Settimana di preghiera per l’unità delle chiese, su richiesta dei compagni di prigionia, a Dachau, ormai gravemente malato, il padre Girotti pronunciò — il 21 gennaio 1945 — in latino, un’omelia che rimase nella memoria perché profonda impressione suscitò nell’uditorio. È l’ultimo scritto del padre Girotti; è giunto fino a noi1 e leggiamo, alcune espressioni, come anche noi fossimo tra i suoi ascoltatori: “A nessuno, inoltre, sfugge che l’unità di tutte le Chiese e Comunità è massimamente necessaria ai nostri giorni. Per tutti noi è certo che la Divina Provvidenza non ha né voluto né messo a capo della nostra infelicissima Europa, bisognosa d’essere ricostruita, quelle forme organizzate d’incredulità che sono responsabili di questo immane crimine, qual è questa scellerata guerra. Quelli che hanno preparato e portato a compimento questo nefando caos che è sotto i nostri occhi, sono del tutto incapaci di riedificare perché in ogni costruzione unico fondamento è la pietra angolare Cristo, che essi hanno rigettato. (…) la Chiesa di Cristo (…) è oggi, l’unico rifugio dell’ordine naturale nella politica e nella vita sociale, familiare, individuale ed economica. La Chiesa fu, è e sempre sarà, l’unico rifugio del senso di umanità, di amore e di misericordia; rifugio della verità, dei princìpi della retta ragione, della civiltà e della cultura, unica istituzione che rifletta perfettamente la legge esterna del regno di Cristo re. Per tutti gli uomini sani di mente è chiaro, infatti, che il campo di questo mondo può essere arato più in profondità e più perfettamente risanato, di quanto non sia possibile a chiunque altro, dallo stesso Autore della natura e della storia (che è storia di salvezza)”2. Un ricordo e una relazione. Il 21 gennaio 1217, Onorio III, papa, conferma il nome e la missione dei Predicatori: da predicantibus in predicatoribus. Nel campo di Dachau – lo stesso 21 gennaio ma nel 1945 – il predicatore fra Giuseppe Girotti – richiesto dagli internati – è incarnazione della missione dell’Ordine nella Chiesa e in quel luogo, in quell’ambiente in cui tutti loro sono costretti. Leggiamo, quanto scrive padre Egidio Odetto op, allievo di padre Girotti nello Studium Generale Le Rose, a Torino: “In mezzo a questa elettissima schiera di confessori della fede e sacerdoti di Cristo, per deposizione non sospetta di iperbole dei molti testi qualificati, il padre Giuseppe Girotti era una figura che destava stima e venerazione non comune. Lo ammiravano nella sua quadrata formazione di domenicano dotto, competente e brillante nelle tesi di teologia biblica, di storia ecclesiastica, di cultura umanistica. L’Ordine dei teologi ebbe da lui una preziosa conferma del carattere dottrinale al cospetto di un pubblico eccezionale di migliaia di sacerdoti provenienti da tutta l’Europa”3.

Beato Giuseppe Girotti, prega per noi!

1 L’originale consiste in sette fogliettini giallini, scritti a mano. I fogli, della misura di cm. 21×15, sono abbastanza ben conservati. L’ultimo foglio porta la firma Joseph Girotti, l’indicazione del luogo: Dachau e la data 21 gennaio 1945. L’originale è conservato al Centro Studi Giorgio Gatti di Torino (via XX settembre, 83 presso la Biblioteca della Facoltà Teologica, n. d’entrata 223, scatola 13/1, cartellina 8, documento n. 223, anno 1945. 2 Negrelli M., Alla decima stazione – Giuseppe Girotti O.P. Beato e Martire, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2021, p. 226; il testo integrale: pp. 222-228. 3 Odetto E., Un martire della carità: Padre Giuseppe Girotti, domenicano, in Dominicus 2011, n. 4, 7-8. La foto del dipinto nello sfondo di Damian Entwistle (fonte) ed è stata scattata nella cappella russo ortodossa di Dachau. ]]>