Cari amici,

con questa breve “testimonianza” vorrei condividere con voi l’esperienza che ho fatto in questi quattro anni di studi biblici, che mi ha condotto in questo mese di maggio al felice conseguimento della Licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma. L’esperienza era iniziata nel 2014 con un anno di permanenza alla École biblique di Gerusalemme, l’Istituto di studi biblici del nostro Ordine, dove ho iniziato a conoscere le lingue bibliche (ebraico, greco) e la geografia, storia e archeologia della Terra Santa. Ho passato i successivi tre anni a Roma, studiando al Biblico, approfondendo le lingue del Vicino Oriente Antico e l’esegesi di alcuni Libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Avendo scelto di concentrarmi maggiormente sull’Antico Testamento, ho scritto una tesi epigrafico-esegetica dal titolo: “Interpretazione di 2 Re 9,24.27, sulla base dell’Iscrizione di Tel Dan”. Nella prima parte di essa ho condotto uno studio epigrafico, testuale e storico di quella iscrizione antico-aramaica, arrivando alla conclusione che in essa si racconta l’episodio dell’uccisione di Ioram re di Israele e Acazia re di Giuda da parte di Hazael, re di Aram-Damasco. Nella seconda parte della tesi ho poi paragonato l’informazione tratta da questa fonte con l’informazione contenuta in 2 Re 9,24.27, in cui, secondo il testo biblico, fu Ieu (un generale di Israele) a uccidere i medesimi due re Ioram e Acazia. Dopo un’analisi storico-critica del testo biblico, volta a distinguerne i diversi strati redazionali, sono giunto alla conclusione che la fonte extra-biblica sia più affidabile storicamente, e che il racconto biblico sia semplicemente una “novella storica” riletta poi teologicamente.

In effetti, in questi anni di studi biblici, ho imparato soprattutto che la Bibbia non può più essere interpretata senza confrontarla criticamente con le altre fonti coeve (epigrafiche, archeologiche, letterarie, ecc.), perché ciò è indispensabile per comprendere il vero senso, l’intenzione e il fine della Parola di Dio. E ciò va naturalmente fatto con grande rispetto e umiltà per un Libro così ricco e affascinante.

Desidero infine rivolgere un ringraziamento speciale a Dio, alla Beata Vergine Maria e a quanti mi hanno supportato in questi anni: a loro vada il merito di questa Licenza. Desidero concludere con le parole tradizionalmente attribuite all’apostolo Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Tim. 4,7). Sì, perché a studiare la Bibbia non si perde la fede, come qualcuno a volte sostiene, ma la si rafforza!

fr. Fabio Pari