ORDO PRJEDICATORUM CURIA GENERALITIA
Roma, 18 febbraio 2020
Fra Fausto ARICI, OP PrioreProvinciale Provincia San Domenico Bologna
Carissimo fr. Fausto,
le parole evangeliche di san Matteo: «Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone» (25, 21)), mi sono venute alla mente quando ho appreso la notizia del decesso, dopo una lunga malattia, del caro fr. Innocenzo Venchi, benemerito Segretario della Postulazione Generale (1957-1975) e in seguito Postulatore egli stesso (1975-2003) e due volte Vicario del Maestro dell’Ordine per il convento di Santa Sabina. Egli ha servito con zelo, con copiosi frutti e amabilità di carattere il nostro Ordine – quel “poco” evangelico è stato per noi veramente “tanto”!; la sua fama di Postulatore era nota in tutta Roma e per questo, fu in numerose occorrenze ricercato e consultato. Molto spesso anche per formulare pareri riguardanti cause di beatificazione e di canonizzazione molto complesse. Durante la sua lunga permanenza, la Famiglia Domenicana ha visto assurgere alla gloria degli altari tante sorelle e tanti fratelli che oggi sono parte nel nostro Santorale e dunque del nostro Calendario liturgico: san Giovanni Macias, i santi Martiri del Giappone e del Vietnam, santa Zdislava di Lemberk, san Pietro Sans e soci martiri, san Francesco Fernando de Capillas; i tanti beati, quali Giovanni da Fiesole, Anna Monteagudo, Cormier, ecc. Inoltre alla collaborazione di fr. Innocenzo V enchi con il p. Tarcisio Piccati, suo illustre Predecessore, dobbiamo il Dottorato di Santa Caterina da Siena e l’aver iniziato quello di sant’Antonino. Sempre allo zelo, alla premura e all’amore per l’Ordine di fr. Innocenzo, dobbiamo il prezioso strumento del Càtalogus Hagiographicus Ordinis Praedicatorum. Vorrei ancora ricordare il suo impegno di professore di Spiritualità alla PUST e di studioso di agiografia e di spiritualità domenicana: tanti suoi contributi e scritti stanno a dimostrare quanto grande e profonda fosse la conoscenza che egli aveva della nostra tradizione. Infine, non posso tacere della sua grande disponibilità che ha sempre e con affetto dimostrato nei confronti delle nostre monache e delle nostre suore. Quante sorelle domenicane, oggi professoresse nelle varie scuole, hanno imparato il latino sotto la guida di fr. Innocenzo! Sono certo di aver dimenticato tante altre benemerenze di questo “servo buono e fedele”, per il quale vogliamo ora pregare perché anche per lui si avverino le parole dell’orazione di Gesù al Padre nel Vangelo di Giovanni: «Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con mc dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo» (17, 24). Ho appreso che negli ultimi tempi, ritirato e accolto amorevolmente dai suoi confratelli del convento di Chieri, egli ha sofferto e penato certamente, ma sempre con il sorriso sulle labbra e con quel suo caratteristico e consueto quanto fratemo sentimento dell’accoglienza e dell’interlocuzione nei confronti di coloro che si recavano a trovarlo. Desidero, a titolo personale e della Famiglia Domenicana intera, così, ringraziarti e ringraziare la Provincia di San Domenico in Italia e il Convento di Chieri, non solo per avercelo donato, ma anche per l’ammirevole ed esemplare stile fraterno di accudimento e di attenzione con i quali l’avete seguito nell’ultimo tratto della sua benedetta vita.
Che la santa Vergine :t\faria, matc,·gratiae e jeli.-x: coe/i po1ta, il Santo Padre Domenico, santa Caterina (da fr. Innocenzo tanto amata), e tutti i santi e sante della Famiglia Domenicana lo accolgano in Paradiso percondurlo nell’abbraccio della Ss Trinità.
Fra Gerard Francisco Timonier III, OP Maestro dell’ordine
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