Tolouse, 16/23 luglio 2016
di Marco Meneghin
Si è da poco concluso il dodicesimo incontro internazionale promosso dall’IDYM, movimento internazionale cui fanno capo i gruppi di Gioventù Domenicana che autonomamente sussistono nelle singole province dell’Ordine. La dell’incontro è stata Tolosa, località particolarmente significativa perché luogo di passaggio e permanenza del Santo Padre Domenico e culla degli albori dell’Ordine. I giovani partecipanti sono convenuti dalle più parti del mondo in Linguadoca, costituendo un nutrito gruppo di circa 150 ragazzi, di varia età, cultura, nazionalità.
A rappresentare l’Italia, i gruppi di Venezia e Bolzano, con otto partecipanti in totale, immancabilmente capitanati da fra Massimo Mancini e fra Giuseppe Valoti.
Ecco una succinta cronistoria di quanto accaduto.
L’inizio dell’evento è stata la celebrazione eucaristica d’apertura tenutasi al Convento di Rangueil a Tolosa. Lle attività che poi hanno segnato ed accompagnato lo svolgersi di questo incontro sono state fitte e grandemente interessanti. Primieramente, sulle orme di san Domenico, abbiamo avuto modo e occasione di visitare i luoghi da lui calcati otto secoli prima. Ci siamo perciò dapprima recati a Fanjeaux e divisi in gruppi per favorire l’integrazione ed il dialogo interculturale. Abbiamo avuto modo di visitare la piccola cittadina, confrontarci grazie a brevi letture e riflessioni, dedicare particolare attenzione a punti d’interesse quali la chiesa, l’edificio in cui ebbe modo risiedere Domenico e quanto resta a testimonianza di un famoso miracolo ivi avvenuto, la cosiddetta prova del fuoco, in cui un manoscritto del santo, utilizzato in una disputa, sopravvisse ad un tentativo di distruzione venendo sorprendentemente respinto dalle stesse fiamme che avrebbero dovuto divorarlo. Abbiamo avuto inoltre modo di recarci, a piedi, al monastero di Prouilhe, e ci è stato possibile prendere parte ai vespri, ad una presentazione delle attività del monastero e ad un libero dialogo con la comunità delle monache, la prima fondata da san Domenico. La sera, rientrati a Fanjeaux, abbiamo infine assistito ad una serata organizzata dagli abitanti del luogo. con danze in abiti tipici
Il giorno successivo è stato caratterizzato da un intenso pellegrinaggio a piedi svoltosi in quattro tappe tra Fanjeaux e Montreal, per un totale di dodici chilometri percorsi, fra sole, venticello estivo, e campi di girasoli, con tanto di piccola fermata iniziale ad ammirare la croce eretta a commemorazione del punto in cui Domenico stesso si salvò miracolosamente da un’imboscata tesagli da alcuni sicari. Una gran bella esperienza, condotta in porto senza particolari affanni grazie al sopraccitato venticello. Giunti a Montreal e ristoratici un poco, siamo ripartiti poi alla volta di Carcassone, della quale abbiamo avuto modo di visitare l’imponente castello, nonché la parte di città sita all’interno della cinta muraria. Nella serata, rientrati a Tolosa, vi è stato lo spazio per un momento di fraternità tutto interno al Vecchio Continente, con il nostro gruppo italico impegnato in una serata conviviale assieme al gruppo spagnolo.
La giornata successiva è stata dedicata ad incontri di formazione. Innanzitutto, nella prima mattinata, al convento di Tolosa hanno avuto spazio alcune conferenze sul tema della predicazione e sulle modalità per la sua attuazione oggi, ponendo l’accento sulla necessità di saper cogliere i segni dei tempi. Successivamente sono seguiti dei piccoli seminari a tema che richiedevano la partecipazione attiva e relativi sempre al tema della predicazione, sia in senso lato ma più specificamente declinati secondo gli aspetti ch’essa assume, a seconda del gruppo di lavoro scelto, nel campo della fotografia, dei social network e della comunicazione in generale. Dopo pranzo, è stata una gradita sorpresa scoprire la disponibilità offertaci dal Maestro dell’Ordine, impegnato nel Capitolo Generale a Bologna, a videocollegarsi in diretta con la sala conferenze che lì ci ospitava; è così risultato possibile da parte dei rappresentanti dei vari paesi coinvolti porre domande direttamente al Maestro, ricevendo tanto cordiali quanto puntuali risposte alle questioni sollevate, oltreché incoraggiamenti rispetto al prosieguo delle attività giovanili svolte sia localmente che internazionalmente. Al termine della conversazione, i rappresentanti di ciascun gruppo hanno presentato, rispettivamente, un poster visionabile liberamente ed illustrante le attività svolte da ciascuna specifica nazione nell’ambito dei gruppi locali di Gioventù Domenicana. È stato senza dubbio un momento di confronto molto costruttivo, utilissimo, che ha consentito a tutti noi di rilevare pregi, difetti, differenze nella conduzione dei singoli gruppi provinciali e conventuali. È seguita una discussione concernente la nostra opinione sull’esperienza maturata nei giorni allora appena trascorsi.
L’ultima giornata effettiva di questo incontro internazionale ci ha infine visti visitare la casa di Pierre Seilhan, a Tolosa, edificio donato a san Domenico in qualità di prima sede della nascente comunità; oltre ciò, abbiamo avuto modo di recarci, naturalmente, anche a Les Jacobines: ci è stato possibile visitarne sia la chiesa che gli spazi dell’annesso convento, nonché celebrare la messa presso l’altare che ospita le spoglie mortali di San Tommaso d’Aquino. Nel corso della mattinata abbiamo anche assistito ad una conferenza tenuta da fra Rui Lopez, promotore generale del laicato, avente per oggetto l’idea di democrazia, così com’essa risulta applicata al governo dell’Ordine. Gran finale: la sera si è tenuta una serata culturale organizzata ed animata dagli stessi partecipanti dell’incontro. Suddivisi per nazione, sono stati messi a disposizione dei partecipanti alcuni prodotti tipici, alimentari e non, appartenenti alle tradizioni locali o preparati ex novo per l’occasione. Il tutto si è concluso con una serie di esibizioni suddivise per nazione della durata di quattro minuti ciascuna: canti, danze, piccole esibizioni teatrali, spettacolini musicali e proiezioni di filmati, espressione delle differenti culture locali. In questo frangente, il nostro Stivale si è ben difeso grazie al buon Federico, che si è prodigato esibendosi in un paio d’arie tratte dalla Traviata; a sorpresa, però, e fra lo stupore del pubblico, affacciato ad un balcone antistante al cortile: con tanto di tricolore appeso e svolazzante.
Nonostante fosse giunta, puntuale ed ufficiale, la data di chiusura del meeting, il nostro gruppo si è tuttavia ulteriormente trattenuto nelle lande francesi: gli ultimi tre giorni risultavano difatti riservati alla partecipazione da parte dei singoli rappresentanti locali della Gioventù Domenicana all’assemblea internazionale organizzata dal movimento. In questi giorni, noi civili non soggetti agli obblighi assembleari abbiamo perciò avuto modo di recarci di nostra iniziativa a Lourdes e ad Albi; cittadina, quest’ultima, sede di un’impressionante cattedrale: poco conosciuta, ma più che degna d’essere visitata per bellezza e maestosità. Infine, l’ultimo giorno di permanenza ha visto coraggiosamente partecipare anche lo scrivente all’ultimo atto dell’assemblea quale osservatore esterno; quivi sono stati eletti i rappresentanti in carica per il prossimo mandato, è stato selezionato il Kenya come paese ospitante il prossimo incontro, nel 2020, e sono state proposte, in sessioni precedenti a quella qui esposta, alcune modifiche all’attuale statuto, che dovranno essere vagliate dal Capitolo Generale. Il tutto si è svolto in maniera molto corretta e partecipata e l’impressione generale è del tutto positiva.
A conclusione, a fronte di qualche dettaglio organizzativo sicuramente migliorabile in vista dei prossimi meeting, l’esperienza di questo incontro internazionale è stata sicuramente molto positiva, sotto molteplici aspetti. Le giornate sono state scandite, oltre che dalla preghiera e dalle celebrazioni eucaristiche quotidiane, anche dalla proficua e piacevole interazione fra i partecipanti, provenienti dai più disparati angoli del pianeta. A tutto ciò si aggiunge l’evocatività suggerita dall’aver vissuto l’incontro nei medesimi luoghi che accolsero e videro agire il Santo Padre Domenico. Memori di questa esperienza, attendiamo ora, fiduciosi, di prossimamente ritrovarci in terra d’Africa.