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“Le monache di Khomeini”: così venne denominato dalla stampa (pettegola) cattolica e progressista un nutrito gruppo di monache carmelitane spagnole, le quali durante il governo del preposito generale dei Carmelitani scalzi (1991-2003) P. Camillo Maccise († 2012) rivendicarono una più stretta clausura a fronte di sollecitazioni per un “ripensamento”.
La premessa è per affermare che anche nel territorio della Provincia – naturalmente in tono minore, più casalingo e più pacioso – abbiamo “le monache di Khomeini”, cioè le monache del monastero già di Colorno, già di Fontanellato e ora di Cremona, le quali non solo osservano la clausura, ma ci tengono anche a esplicitarla e a “difenderla” a fronte dei vari oppositori o ridimensionatori. Come spesso capita, la realtà è del tutto normale e senza fanatismi. Anzi, per l’Eucaristia presbiteri e ministranti anche laici entrano nel coro delle monache. E preti, frati, gruppi ecclesiali, persone singole ecc. che “girano” intorno al monastero sono così tanti da far temere per lo spirito della clausura…!
Il trasferimento da Fontanellato a S. Sigismondo in Cremona nel 2007 ha permesso alle monache di abitare in un bel monastero con una bellissima chiesa. La piazza antistante non ha proseguimento di strade importanti ed è luogo di sosta. Inoltre il monastero è l’unico in Cremona: ciò ha comportato da subito un buon rapporto con i fedeli, con il clero, compresa l’ospitalità per momenti di preghiera delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali.
L’esodo a Cremona ha comportato un ripensamento della gestione della chiesa, del modo di praticare la preghiera liturgica, del modo di situarsi nella realtà locale. Ripensamenti che hanno impresso un nuovo slancio alla comunità e che si radicano in una totale visibilità del monastero, gestita nel pieno rispetto della clausura.
Uno dei fiori all’occhiello è la formazione, conseguita non nell’uscire e nell’andare a incontri e convegni, ma nell’invitare al monastero chierici e frati competenti per corsi di aggiornamento e approfondimento (uno di questi era l’attuale vescovo di Brescia mons. Luciano Monari). Anche oggi il monastero approfitta del ministero intellettuale e pastorale di presbiteri cremonesi e di alcuni frati giovani che mettono a disposizione i frutti di studi accademici in corso o di una formazione che non ha più nulla da spartire con l’immediato post concilio (’68 e dintorni ed epigoni) e che è costruttivamente “nuova”.
E le vocazioni? Per ora dall’esodo del 2007 ad oggi non sono venute. Naturalmente si spera, si prega e si cerca di vivere bene. Ma, lo si sa, i nostri sogni non sempre coincidono con i progetti e con i tempi di Dio.
Terminiamo ricollegandoci all’inizio e cioè a Ruhollah Mosavi Khomeini († 1989): come l’azione da lui promossa – con gli ovvi limiti riconosciuti e deprecati – così forse ha interpretato il suo paese meglio o meno peggio delle idee degli americani e dei burocrati di Bruxelles, forse una qualche insistenza sulla clausura interpreta la vita delle monache meglio o meno peggio dei teorici esterni e dei governanti che ne discettano…