Project Description

Ripatransone è il monastero più a sud della Provincia e dunque il monastero che comporta un più lungo tragitto da Milano per raggiungerlo.
Viaggiando tutto il mattino, arriviamo per pranzo, non senza aver incontrato difficoltà quasi insormontabili per percorrere in auto le stradine strette e ripide di Ripatransone.
Un tempo le monache erano una quindicina, ora sono rimaste in quattro. Di queste la madre Cecilia, priora “storica”, è ormai ridotta a letto e carrozzella e non è più presente alla realtà; un’altra, in piedi e arzilla, lei pure non è più presente alla realtà. Di fatto le monache operative sono due.
Dalla fondazione del 1578 la vita del monastero è stata segnata da alterne vicende, dalla stretta osservanza della clausura e della regola sino all’espulsione napoleonica delle monache e alla conseguente ripresa.
La quale ripresa avviene con la formula di un educandato per ragazze nel 1820. Questa attività finisce, ma si trasforma in un pensionato per anziane signore a partire dal 1978. È la situazione attuale con poche ospiti – non superano la decina -, con due monache attive e con un po’ di personale laico.
Soprattutto la costituzione del pensionato comporta molti lavori che adagio adagio trasformano la fisionomia della casa da monastero a pensionato. Giuridicamente ad oggi ancora di monastero si tratta, ma la vita è quella di una congregazione di vita attiva e le monache riconoscono che non c’è più la clausura, ma, con apprezzabile saggezza, appunto si limitano a constatarlo e non teorizzano da ciò un progetto di vita di “monache ma senza clausura tradizionale”.
La spontaneità delle conversazioni si è un poco interrotta a fronte del registratore, per cui è preferibile non allegare l’Intervista, ma limitarsi al servizioGuarda le foto, insieme a una scheda de Le date più importanti, scheda fornita dal monastero stesso. E al riguardo dei documenti d’archivio, il monastero è abbastanza depauperato, in quanto una priora proveniente da Bologna e circondata di alta stima perché “professoressa”, diede allegramente alle fiamme un mucchio di documenti: non sempre professori e intellettuali sono del tutto affidabili anche in ciò che sembrerebbe riguardarli da vicino…
Ad oggi Ripatransone ha due meraviglie: i panorami che si godono dalle finestre e dal belvedere (mare e monti e colline marchigiane) e l’incantevole fraternità delle monache rimaste – qualcuno sfiziosamente parlerebbe di “sororità”, ma via, parliamo come ci ha insegnato la mamma! -, che ci hanno accolto con affetto, simpatia e cortesia, tanto da suscitare il desiderio di un ritorno.
Ciò non toglie la constatazione di trovarsi di fronte non a prospettive per il futuro, ma al compimento di un itinerario di grazia: i doni “storici” di Dio passano, ma non passa l’amore di Dio verso ognuno di noi. L’augurio per le monache è di cogliere questa Presenza all’interno di un itinerario che sembra concludersi.