Project Description

Monastero legato alla dinastia dei Savoia attraverso la fondatrice, l’attuale sede sulla prima fascia collinare della città di Alba è la terza sede. Le monache sono lì a seguito di un trasferimento da locali non del tutto salubri del centro città. Trasferimento avvenuto nel dopoguerra su iniziativa di una giovane priora, la madre Agnese Barile, denominata semplicemente “la Barile” – a scanso di equivoci: non è mia parente! – che “regnò” per più di trent’anni. Allora le monache lavorarono da muratori, uscirono per la questua (con i debiti permessi), e furono accolte anche senza tutta la dote perché – ragionava la Barile – «Guardiamo se una ragazza ha la vocazione e non se ha la dote» (quello che comunico è frutto di un colloquio personale di molti anni fa con la Madre Agnese).
Madre Agnese introdusse diverse novità, tra le quali il lavoro della tipografia, come spiegheranno le monache nell’intervista.
Vorrei qui ricordare un’altra confidenza di Madre Agnese. Una volta mi disse che, in barba alle leggi, aveva deregolamentato il posto in refettorio senza più legarlo all’anzianità. Naturalmente una monaca si sedeva dove voleva solo al giorno del cambio della biancheria da tavola, poi restava lì sino al prossimo cambio, per tenersi le sue macchie. «Voi frati – mi spiegò – vi assentate spesso e questo distende dalle tensioni interne. Invece noi monache giriamo sempre sulla stessa pianella, per cui, se due o tre non si incontrano di carattere e sono entrate in successione, saranno condannate per tutta la vita ad essere vicine di posto. Non è giusto!».
Ora questa sorta di epopea è finita, anche per il venire meno alcuni anni fa di qualche giovane monaca desiderosa di intraprendere un’altra esperienza di vita monastica domenicana. Ovviamente è morta la madre Agnese Barile, ma anche è finita la tipografia e il monastero è invecchiato. Le monache anziane alle quali badare sono tante e c’è bisogno di personale.
Tuttavia… tuttavia… proprio qui nasce il bello: il personale è musulmano, ortodosso, protestante ecc. e le monache si trovano gomito a gomito con un mondo che prima avevano conosciuto solo sui libri o dalle istruzioni di qualche frate.