Nell’ultima lettera da Kiev, datata 22 marzo 2022, ore 19:00, il confratello Jarosław Krawiec O.P., Vicario provinciale di Ucraina, ha tra l’altro raccontato di aver ricevuto una e-mail nella quale fra Timothy Radcliffe O.P. esprimeva la propria solidarietà alla locale comunità domenicana. L’ex Maestro dell’Ordine, dopo aver assicurato preghiere, ha chiesto se poteva fare qualcosa e fra Jarosław ha chiesto una lettera per sostenere nella speranza e nella luce di Dio la famiglia domenicana in Ucraina, ricordando poi che «Padre Timothy ha dato un grande contributo alla ricostruzione della missione dell’Ordine dei Predicatori nei paesi dell’ex URSS». La lettera è giunta il giorno successivo ed è stata pubblicata tanto nella traduzione polacca, quanto nell’originale inglese al seguente indirizzo web:

https://info.dominikanie.pl/2022/03/list-do-rodziny-dominikanskiej-w-ukrainie/

Di seguito, ne offriamo anche una traduzione in lingua italiana. Buona lettura!

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Blackfriars, Oxford (Regno Unito)

21 marzo 2022

Miei cari fratelli e sorelle in San Domenico,

il nostro confratello Jarosław Krawiec O.P., Vicario provinciale di Ucraina, mi ha chiesto di scrivere una lettera a tutti voi. Lo faccio con la profonda consapevolezza dell’inadeguatezza di qualsiasi cosa io possa dire. Vi trovate di fronte ad una violenza brutale ed insensata che supera qualsiasi cosa abbia mai sperimentato o che possa perfino immaginare, per cui perdonate la povertà delle mie parole.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)

Milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina e hanno trovato rifugio nei paesi vicini, specialmente in Polonia che ha ispirato il mondo con la sua generosa accoglienza. Grazie a Dio hanno trovato sicurezza e protezione lontano dal conflitto. Ma ringraziamo anche Dio, fratelli e sorelle ucraini e polacchi, religiosi e laici, perché – quando è stato possibile – siete rimasti. Le lettere di fra Jarosław si stanno leggendo in tutto il mondo e ci siamo tutti commossi quando ha scritto: «Abbiamo deciso di stare con la gente in Ucraina. Abbiamo solo lasciato Kharkiv quando la città, compresa l’area intorno alla nostra casa, ha iniziato ad essere bombardata».

Il Signore risorto ha detto ai suoi discepoli: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). La vostra constante presenza è un segno del Signore che rimane in Ucraina anche ora e per sempre. A volte la cosa più importante che possiamo fare è semplicemente stare con la gente nel momento del bisogno. Il Figlio dell’uomo ha detto: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36); Rowan Williams, l’ex Arcivescovo anglicano di Canterbury, ha detto: «“Non me ne andrò” è una delle cose più importanti che possiamo sentire». Come vorrei essere con voi ora. Quando vorrete che torni, lo farò appena possibile!

Fra Timothy Radcliffe op

Fra Timothy Radcliffe op

Ho dei ricordi particolarmente felici delle mie visite in Ucraina quando ero Maestro dell’Ordine. Sono rimasto colpito dalla bellezza di Kiev dove lavorate tanto e bene, insegnando all’Istituto San Tommaso d’Aquino, predicando e pubblicando. Ricordo l’indaffarata città di Fastiv, la chiesa col tetto in rame e il nostro convento molto modesto composto dalle baracche dei muratori che presumibilmente sono ancora in uso oggi e testimoniano della maggior preoccupazione dei confratelli per la missione che per il loro comfort! C’era poi la tranquilla Chortkiv con le sue memorie dei domenicani martirizzati dall’NKVD* e più chierichetti in chiesa di quanti ne potessi contare! C’erano tante visite indimenticabili – come quella, ad esempio, al palazzo del vescovo nella storica Zhitomir dove mi dispiace di sentire che i missili stanno distruggendo le case della gente. La presenza domenicana è cresciuta grandemente dalla mia ultima visita e non riesco ad immaginare come sia per quelli che vivono oggi a Kharkiv, vicino al confine russo, che è stata oggetto di così tanti attacchi missilistici. So che ci sono domenicani a Khmelnytskyi ed anche a Lviv, luoghi che fino ai recenti attacchi missilistici sembravano abbastanza sicuri. Ovunque sono andato in Ucraina, sono stato accolto con l’affettuosa cordialità e la tradizionale ospitalità slava. Ricordo di aver visto Fastiv quando la chiesa era ancora in riparazione e quando la Casa di san Martino, l’orfanotrofio, era ancora un edifico vuoto e solo un sogno nella mente del nostro sorprendente confratello domenicano, Zygmunt Kozar, il cui cuore era sempre aperto agli anziani e ai poveri. Il suo sogno è ora una realtà ed è meraviglioso vedere il nuovo ruolo che la Casa di san Martino sta svolgendo come punto di riferimento per i rifugiati, alcuni dei quali sono orfani in viaggio – grazie alle vostre fatiche – verso un luogo più sicuro in Polonia.

Fate questo in memoria di me”

Ogni giorno, nel momento in cui celebrate l’Eucaristia, siete uniti ai vostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. Di fronte alla folle violenza che sta cercando di distruggere la vostra bella nazione, voi ricordate l’Ultima cena quando tutto ciò che sembrava stesse per succedere a Gesù era violenza e distruzione. La sua piccola, fragile comunità era sull’orlo del collasso e tutti i sogni per il futuro sembravano distrutti. Nel momento più oscuro Gesù compì quest’atto di generosa speranza, dando se stesso per i suoi amici e per noi. Ogni Eucaristia proclama la nostra speranza che la violenza, la distruzione e la morte non avranno l’ultima parola. Quando la sua vita stava per essergli portata via con la forza, egli fece di se stesso un dono. È la speranza e la generosità eucaristica con cui la Famiglia domenicana vive giorno dopo giorno in Ucraina. Quando vivete il Venerdì santo, la Domenica di Pasqua si avvicina!

Questa guerra brutale contro civili indifesi nelle città, nei paesi e perfino in piccoli villaggi dell’Ucraina è davvero sconvolgente. Vediamo missili e proiettili diretti deliberatamente verso le case di persone comuni che non rappresentavano una minaccia per nessuno. A fronte di tutto ciò l’Eucaristia incarna la nostra speranza che il Signore della pace trionferà.

Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto” (Gv 6,12)

L’intero mondo domenicano si è commosso nel leggere i resoconti di fra Jarosław sulla gentilezza e la compassione di tutta la Famiglia domenicana in questo terribile periodo: prendersi cura dei rifugiati, visitare gli ammalati, preparare il cibo e il viaggio in auto da record di suor Anastasia con il forno per cuocere il pane! Penso proprio che il suo angelo custode debba aver fatto gli straordinari! Fra Jarosław ha scritto: «Sto imparando a conoscere questa nuova realtà e sto diventando più certo che durante la guerra, non si ha bisogno solo di soldati, ma anche di tutte le persone dietro le quinte». Queste consegnano cibo e medicine. E quand’è necessario, aiutano le persone a trasferirsi in luoghi sicuri». Autisti, farmacisti, insegnanti, infermieri e medici e tanti altri che perseverano semplicemente giorno dopo giorno sono un segno di speranza.

A volte ci si può chiedere quale bene si stia ottenendo. Come possono questi piccoli gesti valere a fronte dell’enorme potere distruttivo dei missili, dei carrarmati e degli aerei? Ma il Padrone della messe farà in modo che nessuna buona azione vada sprecata. Come tutti i frammenti furono raccolti dal nutrimento per i cinquemila, così nessun atto di gentilezza andrà sprecato. Produrrà frutti che non possiamo nemmeno immaginare.

Primo Levi, un chimico italiano, incontrò Lorenzo nel campo di concentramento di Auschwitz. Lorenzo gli diede parte della sua razione di pane ogni giorno. Primo Levi ha scritto: «Credo che sia stato proprio grazie a Lorenzo se oggi sono vivo; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente ricordato attraverso la sua presenza, attraverso il suo naturale e semplice modo di essere buono… qualcosa di difficile da definire, una remota possibilità del bene, ma per il quale valeva la pena di sopravvivere. Grazie a Lorenzo sono riuscito a non dimenticare che io stesso ero un uomo»1. Ogni atto di gentilezza e di compassione è una testimonianza della possibilità della bontà, della nostra umanità, che il male non può mai distruggere.

La Verità vi farà liberi” (Gv 8,32)

Si dice spesso che “la prima vittima di una guerra è la verità”. Tuttora la violenza che viene esercitata contro il vostro bel paese è il frutto avvelenato delle menzogne. Noi domenicani, con il nostro motto Veritas e il nostro amore per la verità, abbiamo una speciale testimonianza da offrire oggi in un mondo che spesso non s’interessa della verità. Quando visitai Baghdad durante la sofferenza del popolo iracheno, mi sono commosso a vedere l’Accademia delle Scienze umane di Baghdad, fondata dai confratelli nel 2021. In tutto l’Iraq ci sono scuole gestite dalle nostre sorelle domenicane, segni che gli esseri umani possono fiorire solamente se cerchiamo la verità insieme. Ogni scuola è un segno della nostra speranza per i bambini e per il loro futuro.

Così è meraviglioso che nel mezzo di questa guerra insensata, i domenicani continuino a studiare e ad insegnare. Ero presente all’apertura dell’Istituto di Studi religiosi San Tommaso d’Aquino, gestito dai domenicani a Kiev negli ultimi trent’anni e che continua il suo lavoro fino ad oggi. Fra Peter continua a tenere lezioni on-line sui Vangeli sinottici. Ogni ora di studio o d’insegnamento è una proclamazione della nostra speranza che la violenza senza senso non avrà l’ultima parola. «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,5).

Nessuna cultura della menzogna può perdurare perché distrugge le basi della comunità umana. Fra Pawel Krupa O.P. è apparso recentemente in un video su TikTok. Qualcuno gli ha domandato: «Hai un messaggio per i giovani?». Lui ha risposto: «Lo sai. Lo chiedi a un prete e, più precisamente, ad un prete della Chiesa cattolica. Ho qualcosa da dire sia ai giovani che agli anziani. Cercate la verità e la verità vi farà liberi…». Nel giro di due o tre giorni, si sono avute 5 milioni di visualizzazioni. Ad ora, ci sono state più di 10 milioni di visualizzazioni e 1,7 milioni di like. Una minima parte delle persone che hanno messo un like, magari non sapevano nemmeno che Pawel stava citando Gesù, ma quelle parole del Vangelo hanno toccato una grande fame: «Cercate la verità la verità vi farà liberi». Anch’io ringrazio Dio per tutti i docenti e gli studenti e per i giornalisti che rischiano la loro vita per condividere col mondo la verità delle vostre sofferenze.

Ricordiamo anche i vostri fratelli e sorelle russi che hanno il coraggio di protestare contro le bugie del Cremlino, anche a rischio dell’imprigionamento. Ci siamo così commossi per le parole del cattolico russo che sono state lette dal pulpito con cui egli ha espresso la sua vergogna per ciò che il suo paese stava facendo. Che espressione di coraggio e di speranza!

Fratelli e sorelle miei, vi raggiunge l’abbraccio delle preghiere e dell’amore della Famiglia domenicana in tutto il mondo. Ringraziamo perché siete lì in questo luogo di follia, una testimonianza visibile del Cristo che sarà con noi fino alla fine del mondo. Ringraziamo con voi ogni giorno nella suprema espressione della gratitudine, l’Eucaristia, il sacramento della nostra speranza, perché la guerra sarà sconfitta. Ringraziamo per gli atti di compassione e di gentilezza che sono i semi della messe che il Signore porterà a maturazione. La vostra ricerca domenicana della verità possa essere un segno che la cultura della menzogna che alimentò questa violenza non durerà. Che il Signore mi conceda di poter essere con voi in Ucraina il prima possibile! E perdoni le mie parole inadeguate.

Vostro fratello in san Domenico,

Fr. Timothy Radcliffe O.P.

* Sigla del Narodnyj komissariat vnutrennich del (Commissariato del popolo per gli affari interni), dicastero dell’Unione Sovietica con funzioni di polizia segreta (NdT).

1 «Survival in Auschwitz», The Tablet, 21 gennaio 2006.