Il primo commento per la Pentecoste ci insegna che gli uomini desiderosi d’essere riempiti di Spirito santo devono prima liberare il loro cuore dall’amor proprio, dalle proprie vedute e dalla propria volontà, ed essere distaccati nelle difficoltà e nelle avversità.
Furono tutti pieni di Spirito santo e cominciarono a parlare delle grandi opere di Dio. Care figlie, oggi è l’amabile giorno in cui ci è stato reso il nobile, prezioso tesoro che con tanto danno era stato perduto nel paradiso a causa del peccato e particolarmente della disobbedienza. Tutto il genere umano era caduto nella morte eterna, lo Spirito santo che è consolatore era stato completamente perduto con tutti i suoi doni e la sua consolazione, e tutti gli uomini erano incorsi nella collera eterna di Dio e nelle catene della morte eterna. Queste catene le spezzò il nostro amabile Signore Gesù Cristo nel Venerdì santo, quando si lasciò catturare e legare, e morì sulla croce. Allora egli compì la completa riconciliazione tra l’uomo e il suo Padre celeste.
Oggi, nel giorno di Pentecoste, è stata confermata tale riconciliazione ed è stato ridonato il nobile, prezioso tesoro che era stato completamente perduto: l’amabile Spirito santo, alla cui ricchezza e amore, e alla pienezza che è in esso, non potevano giungere tutti i cuori e tutte le intelligenze.
Quest’amabile Spirito santo discese sui discepoli e su tutti coloro che erano in grado di riceverlo, con ricchezza, pienezza e sovrabbondanza, e li inondò interiormente come avrebbe fatto il Reno se avesse avuto una chiusa e se ne fosse rimosso l’ostacolo come il fiume si riverserebbe, mugghiando a pieni flutti e tracimando, quasi volesse sommergere e inabissare tutto, colmare ogni valle o fondo che si trovasse davanti, così fece lo Spirito santo con i discepoli e con tutti coloro che trovò in grado di riceverlo.
E così fa ancora a ogni ora, incessantemente; riempie e inonda ogni fondo, ogni cuore e anima in cui trova posto: li ricolma di ricchezza, di grazia, amore e doni, tanto da non riuscire a parlarne. E riempie le valli e le profondità che gli si presentano. Repleti sunt omnes. Se ora accadesse, come ai tempi di Elia, che dopo tre anni e sei mesi di siccità in cui non si è potuto né seminare né mietere, scendesse una benefica e abbondante pioggia tanto da esserne ricolma e rinfrescata tutta la terra, e restasse riarso e arido il campo di un solo uomo, ciò causerebbe a lui e a tutti i suoi amici un di spiacere e un pianto intollerabili. Repleti sunt omnes: essi furono pieni tutti dello Spirito santo. Come si sentirà allora colui il cui cuore, anima e fondo, il cui uomo esteriore e interiore, sono rimasti del tutto aridi, aspri, senza grazia e senz’amore, privi di tale ineffabile, straordinaria consolazione!
Dobbiamo ora considerare ciò che occorre fare per ricevere questo venerabilissimo Spirito santo. La più prossima e la più alta preparazione per riceverlo la deve realizzare e operare nell’uomo lo Spirito stesso. Lui deve prepararsi il posto e anche ricevere se stesso nell’uomo. Qual è ora la sua opera, per mezzo della quale prepara l’uomo a riceverlo? Lo Spirito santo compie nell’uomo due operazioni. La prima: lo svuota. La seconda: riempie il vuoto nella misura in cui l’ha trovato vuoto.
Fare il vuoto: è la prima e la più importante preparazione per ricevere lo Spirito santo. Infatti l’uomo è ricettivo nella misura in cui è svuotato. Se si vuol riempire una botte, bisogna prima averne fatto uscire l’acqua, perché due cose materiali non possono stare nello stesso posto. Se il fuoco deve entrare, l’acqua deve necessariamente uscire, perché sono opposti. Se Dio deve entrare, deve per forza uscirne la creatura; tutto dev’essere cacciato necessariamente fuori, in un modo o nell’altro; tutto ciò che è in te e che è stato accolto da te, deve sgombrare. L’anima animale, bruta, deve in ogni modo uscire affinché si manifesti nell’uomo l’anima ragionevole. Così l’uomo deve lasciarsi prendere, svuotare e preparare. Deve lasciare tutto, distaccarsi completamente dallo stesso abbandono, lasciarlo e non ritenerlo, e precipitare nel suo puro nulla. Altrimenti egli metterà certamente in fuga lo Spirito santo, gli impedirà di operare in sé nel modo più alto. Ma nessuno vuol percorrere questa via.
Quando è avvenuta nell’uomo simile preparazione, lo Spirito santo compie subito in lui, già pronto, la seconda opera: riempie completamente ogni capacità ricettiva. Sì, se in verità sarai ben svuotato, riceverai altrettanto; quanto meno ci sarà del tuo, tanto più riceverai di lui: amor proprio, intenzioni proprie, volontà propria, sì, devi distaccarti da tutto ciò. Ti stesse aperto il cielo davanti, non dovresti desiderare di entrarvi; dovresti prima sapere se Dio lo vuole da te. In eodem loco; è solamente là il luogo in cui vien dato lo Spirito santo; egli lo riempie totalmente. Anche se l’uomo si sente indisposto, se la pesantezza e l’indolenza della sua natura si oppongono alla sua pace, e lui non può farci nulla, di ciò stesso egli deve vuotarsi, in modo da abbandonarsi a Dio e uniformarsi a lui senza resistenza: in questo e in tutto ciò che può abbattersi su di lui. Questi sono i veri poveri di spirito, coloro che lo Spirito santo ricolma. Egli irrompe nell’uomo, lo inonda cioè con tutta la sua ricchezza e con ogni suo tesoro, l’uomo interiore e quello esteriore, le sue facoltà interne ed esterne, superiori e inferiori. Compito dell’uomo è di lasciarsi preparare e di fargli posto e spazio perché possa compiere in lui la sua opera. Ben pochi lo fanno, anche tra coloro che portano l’abito religioso, che tuttavia Dio ha scelto per questo. Poiché sono tante le seduzioni, gli attaccamenti, ora qui, ora là: le abitudini, le opere esteriori, i proponimenti personali e il compiacimento di sé. Nessuno vuole abbandonarsi allo Spirito santo e ognuno si fa i fatti suoi. Tale è il modo d’agire di tutta la gente in questi tempi inquietanti.
Ciò che tu devi fare a tal proposito è invece di lasciargli compiere in te la sua opera senza ostacolarlo: allora ti riempirà completamente. Se ti comporterai così avvedutamente e divinamente nel tuo uomo esteriore, proprio come conviene allo Spirito di Dio, nelle parole, nelle opere, nella condotta, in buon ordine, distaccato e quieto, allora lo Spirito santo opererà grandi cose nell’uomo raccolto in se stesso, anche quando non ne sapesse assolutamente nulla. Proprio come l’anima genera misteriosamente la vita nel corpo, senza che il corpo lo percepisca e ne sappia nulla, così opera lo Spirito santo nello spirito e nel fondo dell’uomo, a sua insaputa. Se però l’uomo vuol prenderne coscienza, ciò deve avvenire per mezzo delle sue facoltà ripiegate nel fondo dove lo Spirito santo ha la sua dimora e agisce. Ora accade che non appena l’uomo stolto sperimenta ciò in sé, vi si getta sopra per attribuirselo, come fosse cosa sua, e rovina completamente tutto. L’uomo si comporterebbe allora come nel caso di quel grande maestro che avesse cominciato un’opera e la tenesse in mano, e venisse poi un tale che non si intende di niente e rovinasse talmente quell’opera da non servire più a nulla: così si com porterebbe l’uomo se si attribuisse una parte dell’opera di Dio. Ciò avviene all’uomo per lo smisurato piacere e per la gioia che si sperimentano in tale opera, perché questa gioia è molto al di sopra di tutte le gioie del mondo; e mentre l’uomo se la arroga con spirito di appropriazione, l’opera dello Spirito santo è completamente rovinata.
Tuttavia, finché l’uomo non cade in peccato mortale, lo Spirito santo non è completamente cacciato da lui, però se ne sta lontano. L’uomo non ancora svuotato di sé, l’uomo posseduto dalla creatura pensa spesso che sia Dio a operare tutto ciò che avviene in lui, invece viene tutto da lui, dalla sua propria attività, la presunzione e la compiacenza di sé. E se a quest’uomo stesso fossero concesse cose grandi e misteriose, rivelazioni e grandi doni, anche allora ci sarebbe da dubitare di come gli andrebbero le cose alla fine, perché potrebbe ancora perdersi eternamente. Figlie, le cose non stanno come voi pensate; bisogna essere puri, l’uomo dev’essere distaccato da se stesso se lo Spirito santo deve operare propriamente, secondo la sua nobiltà e la sua efficacia. E tu non devi ostacolarlo, nella sua opera, con la tua presunzione. Ma se ti trovi in tale difetto, non devi cor rere subito dal confessore: corri in te stessa e quindi a Dio, e riconosciti colpevole davanti a lui dal fondo del cuore. Egli poserà subito la sua mano divina sul tuo capo e ti guarirà, se ti sottometti a lui in tutta umiltà e ti confessi colpevole.
Ho parlato ieri dei miracoli che nostro Signore annunciò: Imporranno le mani ai malati e saranno guariti. E l’altro segno: Scacceranno il demonio: essi si accorgeranno pure delle insidie che il nemico tende all’uomo, della sua vicinanza, e di quanti falsi oggetti gli mette davanti, per ingannarlo. L’uomo sfuggirebbe tutte queste insidie con un vero abbandono. Afferreranno anche i serpenti: sono gli uomini che come serpenti ti assalgono con gesti terribili e parole impetuose, e si attribuiscono un’autorità che non è loro conferita. Ti feriscono e ti pungono ben bene nelle facoltà inferiori, ma finché non arrivano alle superiori, c’è sempre un buon rimedio: taci e piegati. Berranno il veleno e non gli nuocerà: non sono costoro uomini velenosi nei quali diventa veleno tutto ciò che entra? Se accade qualcosa la volgono al peggio, rovinano tutto: hanno proprio una natura simile a quella dei ragni. Quando sei impegnata in un’opera molto buona, tanto che lo Spirito santo ti riempirebbe completamente, e ti piomba addosso suor Scenata con le sue parole pungenti; se riesci ad abbandonarti alla volontà di Dio e ad accettare, sappi che anche tutto questo è opera dello Spirito santo; ti preparerebbe molto bene se tacessi e pazientassi. Anche se ciò agiterà il tuo uomo esteriore, non ti nuocerà affatto.
Figlie, se volete diventare sempre più care e arrivare al vostro meglio, osservate questi due piccoli punti: il primo consiste nella necessità che vi svuotiate e vi liberiate di tutte le cose create, di voi stesse, e teniate in ordine il vostro uomo esteriore e interiore, cosicché lo Spirito santo non sia ostacolato da voi nella sua opera.
Il secondo è che accettiate immediatamente da Dio, e non diversamente, le vostre difficoltà, da qualunque parte vengano, siano interiori ed esteriori, e di qualunque genere siano. Con esse infatti Dio vuol prepararti per lui stesso e per i suoi grandi doni, i quali sono soprannaturali e meravigliosi, e ai quali non potresti mai arrivare senza soffrire e senza l’opera esterna del nemico o di uomini avversi.
Parleranno nuove lingue, vale a dire: l’uomo deve domare la vecchia lingua naturale. Figlie, al di sopra di tutte le arti imparate l’arte di custodire le vostre lingue e badate a ciò che dite, altrimenti non arriverete a nulla di buono. Fate attenzione a che le vostre parole siano per la gloria di Dio, per il miglioramento del vostro prossimo e per la vostra stessa pace. Dovete parlare incessantemente con Dio. Dice san Bernardo: «Quanto depreco e rigetto il molto parlare esteriore, tanto lodo il molto parlare interiore con Dio; questo non può essere mai troppo».
«Parlare nuove lingue» significa lodare molto Dio e ringraziarlo. E se dovessi ringraziare Dio solo per il fatto che ti tollera e ti sopporta, ti risparmia e ti aspetta, e tace benevolmente davanti a tutti i tuoi disordini, non potendo in alcun modo compiere in te la sua opera divina, anche allora dovresti ringraziarlo molto.
«Parlare nuove lingue» significa che quando vi riunite dovete parlare di Dio e della vita virtuosa e non dissertare sulla divinità, secondo la ragione, cosa che non tocca a voi, o con parole sagaci e sottili, bensì dovete parlarne sotto l’impulso della virtù. Se volete comportarvi e parlare in modo razionale, perdete voi stesse e pure coloro a cui comunicate tali cose. Devi anche guardarti dagli uomini sottili per non rintrodurre in te, sotto apparenza spirituale, i serpenti già scacciati: il nemico infatti t’insidia incessantemente a seconda delle tue inclinazioni. Così è anche l’opera dello Spirito santo che si adatta volentieri a come trova disposta la natura; Dio infatti vuol trarre frutto dai suoi doni e attirare a sé spirito e natura. Quando trova una natura buona e docile, vi adatta la sua opera. Come l’acquazzone cade sulla terra e non se ne torna senza effetto, così egli non vuole che i suoi doni restino infruttuosi’: essi riportano con sé natura e spirito rinvigoriti. Così opera lo Spirito santo se ti trova in una vera povertà di spirito e spogliata di tutto ciò che può riempire questo luogo, in qualunque modo, con ogni possesso che hai attirato in te o puoi attirare, e privo di ogni durezza, cattiveria, giudizio e di tutte le cose che non ha operato in te lo Spirito santo. Ma qui devi distinguere tutte quelle cose che penetrano in te o che ti accadono contro la tua volontà: esse non possono nuocerti.
Neppure dovete pensare, se volete attendere in tal modo lo Spirito santo, che le vostre buone opere esteriori, come quelle dell’obbedienza, cantare, leggere, servire le sorelle, e le opere di carità, possano essere d’ostacolo alla ricezione dello Spirito santo. No, cara figlia, non è vero che si deve rinunziare a ogni cosa e aspettare. Un uomo che volesse amare Dio e tendere a lui, deve fare tutte le cose per amore, per la gloria di Dio, in perfetto ordine, così come gli accadono, come Dio le dispone per lui, con carità, con dolce bontà e con pacifico abbandono, per restare in pace con te e col tuo prossimo. Non ti ostacolano le opere, ti ostacola il disordine nelle opere. Rimuovilo e abbi di mira puramente Dio in tutte le tue opere e null’altro. Poi bada spesso a te stessa, custodisci il tuo spirito e non lasciarvi entrare alcun disordine; fa’ attenzione alle tue parole e alla tua condotta esteriore: così resterai contenta in tutte le tue opere. E lo Spirito santo verrà in te, ti riempirà, abiterà in te e opererà in te meraviglie, se custodisci i suoi ammaestramenti.
Che questo avvenga per noi tutti. In ciò ci aiuti Dio. Amen.
Meditazione di Giovanni Tauleur