Riportiamo la traduzione della conversazione del Maestro dell’Ordine con alcuni frati studenti indiani, avvenuta qualche settimana fa.
fra Bruno Cadoré:
“I Domenicani devono promuovere il dialogo con le nuove conoscenze e le nuove tecnologie”
Frati studenti: In mezzo alle crisi della politica, dell’ambiente, della religione, della società e della morale, cosa pensi che stia succedendo al mondo? Sai dare un senso a tutti questi cambiamenti? Come descriveresti lo stato attuale di tutto ciò che riguarda l’umanità?
Maestro dell’Ordine: Possiamo dire che è la storia della creatività umana. La ragione sta sviluppando molte nuove capacità. L’intelletto umano non smette mai di applicarsi per comprendere e sviluppare nuove conoscenze. Adesso la ragione umana adesso è in una nuova posizione: non soltanto è impegnata nell’acquisire nuove conoscenze ma vuole padroneggiare il soggetto stesso di queste conoscenze. Il miglio esempio è come consideriamo il corpo umano: oggi il modo per conoscere meglio il nostro corpo è anche un modo per dominarlo e trasformarlo. Ovviamente questo nuovo modo di svilupparsi della ragione umana si può anche chiamare creatività. La ragione è capace di sviluppare se stessa e il suo campo di applicazione.
Quando siamo di fronte a questi nuovi tipi di genialità umana, possiamo avere due tipi di risposte. Per prima cosa possiamo considerare tutto come una minaccia e di conseguenza identificarne tutte le negatività. Ci si concentra maggiormente su ciò che va peggio piuttosto che su quello che va meglio. Tuttavia è importante identificare i rischi della nuova tecnologia, del tecno-scientismo e di ogni altra nuova maniera di dominare la realtà. Il secondo tipo di risposta è quello di considerare tutto come un’opportunità. Una citazione del poeta tedesco Hölderlin illustra chiaramente questo punto di vista: ”Ma dove c’è il pericolo, lì cresce anche il potere salvifico”. Ciò significa che possiamo guardare alle trasformazioni in modi nuovi, non per lamentarci ma per identificare le vie di salvezza e le vie di evangelizzazione. Per avere questo sguardo nuovo sulla genialità della ragione umana dobbiamo prenderci il tempo per discernere e per capire le conseguenze, le ragioni di queste conseguenze e i pericoli o i benefici che queste conseguenze portano all’umanità. Sono convinto che l’Ordine domenicano deve promuovere questo genere di dialogo con le nuove conoscenze e i nuovi modi di dominare il reale per poter arrivare a una più chiara comprensione del perché alcuni attori di questo processo pensano che questo modo nuovo di dominare il reale sia un bene per il mondo e per l’umanità.
Frati studenti: L’India sta affrontando numerose sfide: Il fondamentalismo hindu, la politica basata sul sistema delle caste, il disprezzo dei diritti umani, la discriminazione delle minoranze, l’acuirsi della violenza contro le donne, un’informazione controllata, impaurita e per lo più venduta, ecc. Come paragoneresti l’India con altre parti del mondo di fronte a sfide simili?
Maestro dell’Ordine: Sì, sono più o meno consapevole di tutto questo perché cerco di tenermi informato leggendo molto. Posso dire che questo fa parte del mio lavoro. Ciò non vuol dire che io capisco tutto. Tuttavia si possono identificare alcune tendenze oggi comuni in molti paesi. Una di queste è la tendenza è di concentrarsi molto sulle identità come se queste potessero essere una sorta di protezione contro un nemico globale. Così i paesi o le società tendono a ritrovare se stessi identità molto forti, siano esse religiose, filosofiche o culturali.
Un’altra tendenza di cui siamo testimoni è che in molti paesi la politica è questione di opinioni e non di discussione. Ma la politica è discussione, dibattito. La politica ha per fine il bene comune. Se pensiamo che questo è il suo scopo, allora dobbiamo discutere per raggiungere il bene comune. Invece il dibattito politico è diventato la semplice constatazione che io ho un’opinione e tu ne hai un’altra. Il vero dibattito politico, invece, è dire che io ho una particolare opinione per una particolare ragione e che tu hai un’opinione differente per una ragione differente. Pertanto, discutiamo su queste ragioni.
La politica urlata e agitata si fa per evitare di trovare il tempo per dibattere. I social media sono come la discussione politica che sovente è soltanto bianco/nero , sì/no. Anche questo non è dibattito, se ne possono solo fare statistiche del tipo “il dieci per cento ha questa opinione” oppure “questo gruppo è minoritario” e così via. In breve: l’opinione sta diventando più importante della discussione e del dibattito.
C’è una terza tendenza che è conseguenza della precedente, per cui le opinioni religiose stanno diventando il fattore che influenza e rimpiazza il dibattito politico. Così le religioni possono essere sfruttate da questo movimento. Abbiamo il compito molto importante di ricordare a noi stessi che il nostro Signore e Maestro ci ha insegnato a rifiutare ogni sfruttamento del sentimento religioso e l’uso della Parola per esercitare il potere sugli altri. Il linguaggio sacro, la sacra autorità e le sacre convinzioni non ci danno alcun potere sugli altri.
Per quanto capisco io, queste tre tendenze riassumono le sfide che l’ambito della politica sta sperimentando.
Frati studenti: Sembra che stiamo vivendo in una cultura che non cerca e non dà valore alla verità in ogni momento della vita. Veritas è il motto dell’Ordine domenicano. Noi Domenicani cerchiamo di trovare, comprendere e dimostrare la verità in ogni nostra ricerca.
Nella crisi della verità quale ruolo possiamo giocare noi Domenicani?
Maestro dell’Ordine: Direi che all’Ordine domenicano è stato affidato il compito di predicare nel nome di Gesù Cristo. In questa crisi il nostro Ordine deve ripetere che la verità non è qualche contenuto o una dottrina. La verità è qualcuno. In altre parole, cercare la verità vuol dire aprire nuove strade verso la verità che è qualcuno. Direi che la crisi di cui parlate è una crisi perché noi definiamo la verità in termini di contenuti o di dottrina. Ma questa è una definizione molto stretta della verità.
Suggerisco qui di leggere il commento di san Tommaso a Giovanni 17,17: “Santificali nella verità, la tua parola è verità”. Questo commento ci aiuta a capire che questa consacrazione è una consacrazione a colui che è Via, Verità e Vita. Possiamo essere tentati di affidarci alla verità e dire che conosciamo la verità in termini di contenuti. Dovremmo piuttosto dire che conosciamo la verità come via. La nostra missione non è soltanto quella di indicare le vie per trovare la verità; la nostra missione è quella di dire: “Insieme a te, ci piacerebbe scoprire la via verso la Verità”. Questo scoprire le vie comporta il dialogo con i non credenti, con i nuovi saperi e con le nuove tecnologie.
Non siamo certi dell’origine del motto Veritas, ma è proprio un buon modo per dire qualcosa che ha a che fare con l’itineranza. Questa itineranza non è solo movimento in senso geografico, ma è movimento in senso culturale. Dobbiamo imparare a essere itineranti nella nostra mente, nelle nostre intenzioni e nelle nostre motivazioni umane a cercare nuove strade. Un filosofo belga era solito dire che la struttura della ragione umana è escatologica. Pertanto, non appena cominci a cercare la verità, allora scoprirai che la tua ragione ha un insaziabile sete di verità. Noi Domenicani abbiamo il dovere di aiutare i nostri contemporanei a scoprire questo gioioso tentativo di cercare la verità.