Il mistero di Cristo acqua viva
15 marzo 2020
LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42
Nella prima lettura il tema della sete, dell’acqua e dell’intervento divino si accordano felicemente con il vangelo. Il grido «Dacci acqua da bere» (titolo) di fatto insinua una mancanza di fede nella provvidenza di Dio verso il popolo, almeno tale interpretazione è accentuata dalla scelta del salmo 94 come responsoriale che parla di indurimento del cuore e tentazione, quasi che l’aver visto le precedenti opere del Signore non avesse nulla insegnato. Potrebbe essere simpatica, se non una ripresa nell’omelia, almeno una monizione prima della proclamazione del salmo, ricordando che trattasi del salmo invitatorio con il quale inizia la preghiera liturgica mattutina, per cui ogni mattino siamo invitati a iniziare la giornata ricordando le opere di Dio e rinnovando la fiducia in lui senza metterlo alla prova.
Il testo della seconda lettura è complesso ma in sintesi tratta della grazia e dei doni della giustificazione. La speranza ci apre all’amore di Dio che «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato»: così il titolo e non senza peso nell’interpretare l’acqua viva come dono dello Spirito Santo.
Il titolo evangelico «Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna», a fronte dei tanti temi e sottotemi della pericope, costituisce un orientamento sicuro di quanto privilegiare. Il testo evangelico è composito: alla rivelazione di Gesù come acqua viva e Salvatore del mondo si affianca la tematica del nuovo culto, della missione e della salvezza dei “marginali”, della donna la cui vicinanza a Gesù pone difficoltà ai discepoli ecc.
La tentazione è di usare la forma breve del vangelo per disporre di più tempo per l’omelia. Certo si può, ma la pericope è come un sinfonia con temi che si intersecano e, tagliando, viene fuori un’altra musica o forse non viene più fuori nessuna musica… Per cui l’omelia breve è d’obbligo, non tanto per non allungare troppo la celebrazione, quanto per non guastare con un lungo discorso l’impatto e la forza del testo evangelico. Si tratta di un’omelia a piccoli cenni che fanno riemergere alcuni contenuti senza svilupparli e favoriscono nell’assemblea un incontro con Cristo come la samaritana e i suoi concittadini. Quali contenuti accentuare? Ad esempio quelli che seguono.
Il rapporto con l’acqua per gli israeliti nel deserto è tragico e per la donna di Samaria è faticoso. Nell’attuale esperienza per avere l’acqua basta aprire un rubinetto, per cui siamo difficilmente in grado di capire la preziosità dell’acqua o di una sorgente. Bisogna cercare di posizionarsi nella situazione di allora.
Il rapporto di Gesù verso la donna è fatto di libertà ma anche di amore gratuito: «Egli chiese alla Samaritana l’acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente, da accendere in lei la fiamma del tuo amore» (prefazio). E tutto questo senza che la situazione matrimoniale e religiosa della donna fosse di ostacolo (supposto che i mariti non siano da intendersi divinità estranee o rotoli di Scritture eterodosse). Forse molti dei presenti sono in situazioni irregolari, ma l’amore del Signore Gesù non si ferma…
Il crescendo segna la conoscenza della donna e la rivelazione di Gesù. Gesù è conosciuto prima come un “viandante” stanco e assetato, poi, guardandolo meglio, come un “giudeo” al quale tuttavia si dà l’epiteto riverenziale di “Signore”. Dopo il cenno ai mariti Gesù è visto come “profeta”, finalmente come “Messia” che si svela: «Sono io, che parlo con te» (v. 26). I concittadini della donna completano la rivelazione: «noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo» (v. 42). Invitiamo a pregare perché ognuno ripeta tale esperienza nell’assemblea liturgica e nel suo cuore.
L’acqua viva, che zampilla per la vita eterna, stando al titolo della seconda lettura e tenuto conto di Gv 7,38-39, è il dono dello Spirito, ma è anche Gesù, la sua azione, il suo insegnamento ecc. In ogni caso il contesto battesimale consiglia di riagganciare l’immagine all’acqua del battesimo, attraverso la quale si consegue l’inserimento in Cristo e il dono dello Spirito. Il vantaggio del riferimento è che tutti i presenti sono nella condizione della samaritana, tutti hanno ricevuto l’acqua viva.
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