Il primo incontro del nuovo anno della Gioventù Domenicana del Veneto si è svolto domenica 28 gennaio, all’insegna della ricorrenza di San Tommaso d’Aquino. Nell’ormai familiare città di Padova, ci siamo incontrati e riuniti nuovamente presso il centro universitario in via Zabarella.

L’incontro è iniziato con il canto delle Lodi mattutine nella cappella in pietra, dal sapore antico, del centro, alle quali è seguita la celebrazione della Santa Messa, officiata da padre Massimo Mancini. Al termine della Messa è seguita la tradizionale estrazione dai Santi e Beati domenicani, a ciascuno, di un Santo che lo guiderà durante quest’anno.

Successivamente, l’orologio già segnava l’ora di pranzo, e così, ci siamo diretti verso la cucina, in attesa di scoprire con quali ottime vivande ci avrebbe deliziato padre Emanuele Guerrini. Dopo l’abbondante pasto, caratterizzato da note piccanti e sapori lontani, ci siamo sistemati in un piccolo, ma accogliente, studio nel quale avremmo trattato i temi della giornata.

Il discorso sulle passioni, che già era rimasto in sospeso dall’incontro precedente, dovrà attendere ancora, causa l’incombere di scadenze organizzative. Così dunque abbiamo discusso delle questioni organizzative; il luogo del prossimo incontro provinciale e la definizione dei prossimi incontri.

Successivamente abbiamo risposto, discutendone collettivamente, al questionario predisposto dall’International Dominican Youth Movement, ovvero il movimento internazionale della Gioventù Domenicana, in preparazione per il Sinodo dei Vescovi in programma ad Ottobre. La discussione si è incentrata sui punti proposti dal questionario, ovvero la possibilità di rispondere alle sfide poste dalla modernità, nel nostro contesto, ricorrendo ai cardini della spiritualità domenicana.

Tra i vari spunti di riflessioni proposti, ci siamo incentrati su quelli più stringenti, come la sempre maggiore disaffezione verso la ricerca esistenziale e la crescita spirituale, ormai avvertite come superflue e improduttive, la quale provoca una serie di conseguenze nefaste fino a giungere a un disinteresse generalizzato per l’esistenza. Abbiamo affrontato il tema, oggi più che mai attuale, dei migranti, del quale ognuno di noi, direttamente o indirettamente, è testimone e ne può verificare la consistenza. Abbiamo discusso, inoltre, di come l’uso, o meglio l’abuso, della tecnologia stia diventando sempre più un fenomeno in larghissima crescita, conducendo così all’assopimento della ragione.

A queste sfide, numerose e crescenti, abbiamo cercato di rispondere attraverso i pilastri del carisma domenicano, ovvero: la vita comunitaria, la preghiera e lo studio; noi speriamo, crediamo e siamo convinti che la ricerca della verità, l’esperienza collettiva, la crescita spirituale ed esistenziale, tutti aspetti questi derivati dai fondamenti della vita domenicana, costituiscano un elemento solido e concreto per rispondere positivamente alle questioni sollevate.

Tante sarebbero ancora le domande, ancora di più le risposte ma, come ci rammenta il poeta, dum loquimur fugerit invidia aetas – mentre parliamo il tempo invidioso sarà fuggito – e così, mentre la fredda sera cala, ci salutiamo per ritrovarci al prossimo incontro.

Federico Roda