Venezia, 4 febbraio 2017

Anche questa volta, come ogni mese, l’affascinante città lagunare è stata teatro d’incontro per l’allegra -ma non per questo poco riflessiva- combriccola della Gioventù Domenicana di Venezia.
Il programma della giornata è iniziato subito in maniera intensa, con un incontro tenuto dal prof. Gianmario Guidarelli, docente di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Padova e studioso di grande competenza. Nel corso della lezione, il professore ha ripercorso la storia della basilica domenicana dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, contestualizzando il tutto nel processo di urbanizzazione dell’insula sulla quale si erge. Egli inoltre ha puntualizzato che l’importante chiesa è da intendere in primo luogo come centro di spiritualità domenicana e inscindibile dall’annesso complesso conventuale (ora ospedale civile), piuttosto che come un “museo-mausoleo” dei dogi del tempo. Lo ammetto, era difficile nascondere una punta d’orgoglio per il nostro spirito domenicano.
Poi è stato il turno del “nostro”, ormai fido, padre Massimo Mancini; questa volta ci ha istruito sulla figura di san Tommaso: come ben saprete, uno dei “pezzi da novanta” dell’Ordine dei Predicatori. Dopo aver ripercorso qualche vicenda biografica del santo, aiutati anche da un quadro presente nell’atrio del convento, ci siamo immersi nel pensiero di Tommaso, considerando in particolar modo il rapporto del binomio “natura/grazia”.
… Ma non dimentichiamo l’estrazione dei santi! Dovete sapere che, a ogni inizio di anno solare, nell’Ordine dei Domenicani, è consuetudine procedere con l’estrazione di un santino, pescato da una rosa di santi dell’Ordine dei Predicatori (che sono davvero molti!). È vero, siamo già a febbraio, ma a quanto pare la puntualità non è una delle qualità peculiari della nostra Gioventù Domenicana… Dopo aver gustato della compagnia e di un buon pranzo, ci siamo ritrovati costretti a rinviare la passeggiata attraverso le calli e i campi di Venezia, a causa dell’inclemenza del tempo.
Il terzo momento di lezione e dialogo della giornata è stato tenuto da padre Michele Scarso, superiore del convento e appassionato studioso di santa Caterina da Siena; l’incontro, quindi, non poteva che essere incentrato su di lei e alcuni dei suoi scritti. Alcune fra le particolarità che non sfuggono dello spirito di santa Caterina, e che hanno attraversato tutto il corso della sua esistenza, sono sicuramente il coraggio e l‘autorevolezza: da quando ha dovuto far valere i suoi propositi di vita di fronte alla famiglia, fino ai momenti in cui spediva lettere in tutta Europa consigliando re e pontefici, è sempre stata animata da un irrefrenabile fuoco interiore. Il nostro legame con la santa, inoltre, non è semplicemente affettivo, dal momento che ci è rimasta tuttora una reliquia del piede, conservata proprio nella basilica dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia.
La serata è proseguita con il vespro e una fragrante pizza del ristorante non “sotto-casa” ma “sotto-convento”. Infine, con chi è potuto rimanere, abbiamo visto “Leviathan” (2014, Golden Globe al miglior film straniero e Nomination Oscar per la stessa categoria) del regista russo Andrej Zvjagincev, un film dall’indubbio
valore estetico e narrativo, ma che al contempo richiede anche una visione ponderata, giacché solleva problematiche etiche e sociali non indifferenti.
Con questo è tutto e, se volete saperne di più (e siete giovani)… beh, la prossima volta venite a trovarci!

Simone