Giornata di ritiro prima della Pasqua di Risurrezione.

20 aprile, Sabato Santo. Diversamente dal solito, vista anche l’eccezionalità della giornata, ci siamo dati appuntamento sui gradini dell’Abbazia di Santa Giustina, a Padova. Ospitati in una sala del complesso abbaziale, infatti, abbiamo vissuto il nostro ritiro nel giorno in cui la Chiesa, con la sua liturgia, offre la possibilità di meditare sul silenzio che segue la morte di Cristo e sull’attesa speranzosa della sua Risurrezione.

La meditazione è stata condotta dal nostro fra Stefano Prina, che partendo da una selezione di antifone della Liturgia delle Ore del Sabato Santo ha richiamato all’attenzione il desiderio di adorazione e di attento ascolto suscitato dal mistero della morte del Figlio di Dio. La riflessione è poi continuata con l’aiuto di alcuni brani biblici e il suggestivo confronto di un passo dell’Apocalisse, che recita “La sua voce era simile al fragore di grandi acque”, con una citazione tratta dal Cantico dei Cantici, dove troviamo scritto “Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo”. Come conclusione, fra Stefano ha proposto le considerazioni di due padri della chiesa, sant’Ireneo di Lione e sant’Ambrogio da Milano; proprio le parole di quest’ultimo, infatti, ci ricordano che “il riposo di Cristo nella morte redentiva, rappresenta il senso della creazione”, cioè come il fine ultimo della redenzione, quale soluzione dal peccato, si è attuato con il dono della vita fatto all’umanità e, successivamente, con l’Incarnazione, con la Passione e con la Risurrezione di Gesù.

Nel pomeriggio, grazie alla disponibilità di dom Christian Gabrieli, monaco benedettino, abbiamo visitato alcune parti del complesso monasteriale, con i suoi meravigliosi chiostri, e l’Abbazia di Santa Giustina; questa custodisce opere d’arte di pregiatissima fattura, come la pala d’altare della martire padovana dipinta da Paolo Veronese e il grande coro di Riccardo Taurigny, ma ivi si trovano anche i luoghi di sepoltura di san Luca Evangelista e di san Prosdocimo, primo vescovo della città.

Dopo un brevissimo momento organizzativo, ci siamo infine salutati dandoci appuntamento al mese successivo e abbiamo fatto rientro nelle nostre rispettive città, in tempo per vivere la solenne Veglia Pasquale.

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