Ciò che è precipuo della religione cristiana è la salvezza nella croce di Cristo, per cui l’Apostolo dice: ”Io ritenni infatti di non sapere altro di mezzo a voi se non Gesù Cristo e questi crocifisso”(1Cor 2,2). Chi nell’insegnare il cristianesimo si appoggia soprattutto alla sapienza umana, per quel che lo riguarda rende vana la croce di Cristo. Quindi insegnare con sapienza di parole umane non è conveniente alla catechesi cristiana. È per questo che l’Apostolo dice: “Perché non venga resa vana la croce di Cristo”(1Cor 1,17), cioè affinché, oscurata dai mezzi umani di sapienza, non venga meno la fiducia nella croce di Cristo.

Se si dà la precedenza alla sapienza umana si rende vana la croce di Cristo: “La parola della croce infatti”, cioè l’annuncio della croce di Cristo, “è stoltezza”, cioè sembra qualcosa di stolto “per quelli che vanno in perdizione” (1Cor 1,18), cioè per gli infedeli che si reputano sapienti secondo questo mondo, per il fatto che la predicazione della croci di Cristo contiene qualcosa che secondo l’umana sapienza pare impossibile; per esempio che Dio muoia e che l’onnipotente perisca sotto le mani dei violenti. La medesima predicazione presenta inoltre alcuni contenuti che sembrano contrari alla sapienza umana; per esempio che qualcuno, potendolo, non rifugga dalle umiliazioni: quanto Festo fece notare a Paolo che gli annunciava la potenza della croce: “Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello”(At 26,24) e Paolo risponde nelle sue lettere: “Noi stolti a causa di Cristo”(1Cor 4,10).

Ma perché non si creda che la parola della croce contiene veramente in sé della stoltezza, aggiunge. “Ma per quelli che si salvano, per noi”, cioè fedeli di Cristo che siamo da lui salvati, “è potenza di Dio”(1Cor 1,18), poiché essi attraverso la croce di Cristo conoscono un annientamento divino che ha il potere di vincere il demonio e il mondo; morendo con Cristo ai vizi e alle concupiscenze, riconoscono in sé una forza superiore, secondo quanto è scritto. “Quelli che sono in Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri”(Gal 5,24), per cui “Da lui (Gesù) usciva una forza che sanava tutti”(Lc 6,19).

Tommaso d’Aquino, Commento alla Prima Lettera ai Corinzi, I,III.

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