Ciò che ha affascinato il gruppo della neonata fraternita domenicana con sede a Montefiore dell’Aso (AP) è stato conoscere e approfondire la spiritualità di Domenico di Guzman sintetizzata nella nota formula di san Tommaso d’Aquino «contemplari et contemplata aliis tradere»: contemplare, ossia attingere la verità nell’ascolto e nella comunione con Dio, e donare agli altri il frutto della propria contemplazione.
Il Domenicano, prima di tutto, è per sua natura un contemplativo, un cercatore della verità e la ricerca della verità evangelica è il presupposto per far aderire sé stessi e gli altri a Cristo. Su questi principi fondanti i vari componenti della fraternita si sono ritrovati fin da subito, e in comunione fraterna. E’ come se san Domenico e santa Caterina avessero essi stessi chiamato ciascuno ad un luogo di incontro in cui conoscersi e riconoscersi. Storie di vita differenti ma ricche di doni. Percorsi a volte di dura salita, di cadute e di riprese ma comunque cammini e ricerca.
Il desiderio di conoscere e approfondire la Parola è stato per ognuno di noi simile al tempo dell’innamoramento e per chi poi ha chiesto di essere accolto come laico al monastero delle Domenicane di Montefiore dell’Aso lo faceva con lo stesso fervore iniziale.
Pur provenendo da esperienze differenti una cosa accomuna tutto il gruppo: la sete di Dio, la ricerca della stella del nostro cielo interiore. Nei racconti che via via sono emersi durante i vari incontri si è condiviso come tutto abbia avuto inizio: qualcuno si è avvicinato all’Ordine fin da bambino perché accompagnato da qualche familiare a far visita alle monache, chi ha conosciuto i Domenicani perché in famiglia c’è stata la presenza di religiosi o religiose dell’Ordine, chi come ricercatore di Dio attraverso lo studio e l’approfondimento della Parola, chi per curiosità o perché coinvolto dall’esempio di persone amiche …
Così dal 2014 ad oggi molte persone si sono unite al primo sparuto gruppo proveniente dalla fraternita di Ancona in cui tre laici domenicani erano già inseriti da diversi anni.
Prima di iniziare la formazione della nuova fraternita ci siamo accorti che mai alcuna fraternita laica era esistita presso il monastero “Corpus Domini” di Montefiore dell’Aso.
Il primo monastero delle Domenicane, fu fondato dalla Venerabile Sr. Maria Giacinti Bassi il 15 novembre 1695 e sorse per volere dei cittadini al centro del paese, grazie anche alla generosa donazione dell’abitazione del montefiorano Maurizio Maurizi.
Il complesso fu completato dalla chiesa romanica di S. Maria, dono alle monache del Municipio di Montefiore. Divenuto insufficiente per il gran numero di vocazioni che vi fiorivano fu abbandonato per una nuova sede più ampia e funzionale, in grado di ospitare suore, probande e educande, costruita tra il 1839 ed il 1845.
I cittadini di Montefiore infatti affidavano volentieri le loro figlie alle Domenicane affinché ricevessero una educazione adeguata, ma fu confiscato nel 1860 dallo Stato Italiano e nel 1938-1945 fu riscattato con sacrifici dalle monache di allora grazie anche alla bontà e carità degli abitanti del luogo e del contado.
Attualmente il monastero ospita poche monache guidate amorevolmente da madre Chiara Siori.
Dal 9 aprile del 2014 il nostro gruppo è stato accolto presso la sala “Ebron” che fa parte del complesso monastico. In quel giorno indimenticabile e ricco di belle emozioni erano presenti madre Chiara Siori, Irene Larcan, proveniente da Agognate di Novara e allora responsabile provinciale dei laici domenicani, Giovanna Marchetti, delegata regionale, fra Daniele Mazzoleni, promotore delle fraternite laiche domenicane. Erano presenti inoltre il diacono Angelo Talamonti (fra Giordano op), Stefania Pasquali (suor Cecilia op), Lina Morganti (suor Caterina op), appartenenti alla fraternita di Ancona e con loro Maria Luisa Paci, Rosa Buratti, Romanina Papini, Rosalba Cicchini, tutte provenienti da Montegranaro. L’oggetto dell’incontro ha riguardato la promozione di una nuova fraternita laica domenicana. Dopo la preghiera iniziale e le varie presentazioni, ha preso la parola Irene Larcan che ha illustrato, alla luce degli statuti domenicani, cosa significhi oggi appartenere al terz’Ordine domenicano. I terziari domenicani, chiamati con il nome di laici di san Domenico, sono persone sposate o celibi, che svolgono le loro attività come tutti gli altri e si impegnano a perseguire la propria salvezza e quella del loro prossimo secondo lo spirito di san Domenico e secondo una regola approvata dall’Ordine e dalla Chiesa. Nella Costituzione fondamentale dei Laici domenicani si legge che essi “si contraddistinguono in modo peculiare nella Chiesa, sia per la propria vita spirituale sia per il servizio di Dio e del prossimo. Quali membri dell’Ordine ne partecipano la missione apostolica con lo studio, la preghiera e la predicazione, secondo la condizione propria dei laici”.
I requisiti per essere ammessi al una fraternita laica di san Domenico sono: desiderio di progredire nella perfezione evangelica secondo il proprio stato; maturità psicologica e morale; consapevolezza della propria vocazione come chiamata dello Spirito a vivere, nel mondo, la vita laica secondo il progetto di san Domenico; interesse per l’acquisizione dello stile di vita, della mentalità e della spiritualità dell’Ordine, e per il carisma di san Domenico; l’età minima è di 18 anni.
Gli obblighi che si assumono riguardano l’ascolto della Parola di Dio e la lettura della Sacra Scrittura, soprattutto del Nuovo Testamento; la partecipazione, possibilmente quotidiana, alle celebrazioni liturgiche e al sacrificio eucaristico; il frequente ricorso al sacramento della riconciliazione; la celebrazione della Liturgia delle Ore in comunione con tutta la Famiglia Domenicana e l’orazione in privato, come la meditazione e il Rosario; la conversione del cuore secondo lo spirito della penitenza evangelica; lo studio assiduo della verità rivelata e la costante riflessione sui problemi del proprio tempo alla luce della fede; la devozione alla Beata Vergine Maria, secondo la tradizione dell’Ordine, al Santo Padre Domenico e a Santa Caterina da Siena; la partecipazione ai ritiri spirituali periodici.
Diventare terziari, dopo il tempo dell’accoglienza per la durata di un anno in media, la professione temporanea di tre anni necessari alla professione perpetua, vuol dire risponder a una chiamata da parte del Signore che si manifesta attraverso tanti segni : l’attrazione, il sentirsi a proprio agio, il desiderio di appartenere ad una grande famiglia, l’affetto e la devozione ai santi domenicani.
Al termine fra Daniele Mazzoleni ha preso la parola e ha ricordato ai presenti che le Marche fanno parte della provincia domenicana del Nord Italia, dove ci sono 44 fraternite costituite da ben cinquecento laici. Si è poi lasciato il tempo per le domande o per gli eventuali chiarimenti e poi fra Daniele ha ripreso l’argomento specifico dell’incontro, la promozione di una nuova fraternita laica domenicana. La presidente provinciale, Irene Larcan, ha consigliato al gruppo di iniziare con degli incontri mensili. E così è avvenuto e continua puntualmente mese dopo mese, con una pausa nel periodo delle ferie d’agosto. Con gioia si attende la bella opportunità di incontrarsi con tutti i componenti della fraternita per condividere il cammino domenicano nel confronto e nello scambio fraterno delle varie vicende personali. Nel tempo sono stati proposti incontri-ritiro a tema, della durata di mezza giornata e, nei momenti forti dell’anno liturgico, veglie di preghiera con digiuno e “deserto” fatto di un’ora di silenzio esteriore. Ogni incontro si conclude con un “compito” da svolgere nell’arco di un mese, fino all’incontro successivo. Madre Chiara Siori in questo è davvero guida e maestra: a volte si chiede di pregare il rosario per qualche intenzione particolare, altre volte qualche piccolo sacrificio che corregga ciò in cui si è più fragili, altre ancora la cura e l’attenzione per persone bisognose o malate.
Nel mese di ottobre del 2016 a titolo di ringraziamento per il felice annuncio dell’esito positivo della costituzione della nostra fraternita “Santa Caterina da Siena”, abbiamo svolto a Pompei un pellegrinaggio in onore della Madonna del Rosario. Con serena fiducia ed abbandono a Dio, il gruppo continua a crescere. Ad oggi i partecipanti sono venti e la gratitudine per il Padrone della messe è davvero grande. Il Signore guidi e protegga ogni aspirante e laico domenicano, perché il nostro gruppo cammini e prosperi a maggior Gloria di Dio.