Una delle forme di penitenza più frequenti che capitano ai frati in formazione è quello di scrivere un breve articolo, in cui raccontano la loro vita e vocazione. Tra qualche giorno, precisamente il 6 maggio – giorno in cui la chiesa serba e il popolo rom festeggiano san Giorgio – mons. Lorenzo Piretto op, il vescovo di Smirne e successore di san Policarpo, si prenderà la non lieve responsabilità di impormi le mani sul capo e ordinarmi presbitero. Quindi, puntuale come il raffreddore d’ottobre, è arrivata la chiamata dalla curia provincializia a chiedermi un articolo per il nostro bellissimo sito. Siccome ormai non si contano gli articoli sparsi per l’internet in cui racconto di me, inventarsi una ennesima autobiografia non è affatto facile.

Ho pensato, dunque, di elencare le cose che mi piacciono… così, se qualcuno avesse voglia farmi un regalo, saprebbe dove andare a pescare.

Mi piace leggere. Soprattutto i classici della grande letteratura, possibilmente in lingua originale. Nutro una particolare devozione per William Shakespeare, al quale copio i monologhi per le omelie. I tedeschi li adoro quasi tutti, non ho ancora letto i Buddenbrock e non vedo l’ora di dedicare un pomeriggio all’ascolto dell’Opera da tre soldi cantata da Sting e Gianna Nannini. Il russo l’ho ancora da imparare, intanto ho letto tre volte i Fratelli Karamazov e una sola l’Idiota, con cui, per altro, mi identifico molto.

In fatto di teologia dico solo che ho acquistato il primo volume (naturalmente in tedesco) della Dogmatica Ecclesiale di Karl Barth. Mi mancano i restanti 30 volumi. Altra mia grande passione è il tomismo contemporaneo brillante ed anglofono, come quello di McCabe e Bentley Hart, mentre ho la cattiva abitudine di lanciare i volumi di Garrigou Lagrange dietro a chi me li regala. Chi volesse lusingarmi, potrebbe chiedermi un commento su Erich Przywara. Dopo molte ore di lezione, infatti, un confratello polacco è riuscito ad insegnarmi come si pronuncia il suo nome.

Per quanto riguarda la filosofia, prima di rivelare le mie preferenze aspetto che l’ordinazione sia avvenuta. Non si sa mai. I libri delle Edizioni Studio Domenicano, infine, sono tutti bellissimi… ma, come dire… li ho sempre a disposizione.

Dopo 6 anni di studentato sono in astinenza da film d’essai. Quella volta che proposi Tree of Life rischiai il linciaggio. Quando non c’erano i miei confratelli in giro, ho cercato di recuperare, ad esempio con un Fanny e Alexander (5 ore di film vissute intensamente) o uno dei film colorati di Kieslowski. Il massimo, però, fu la Giovanna d’Arco di Dreyer guardato tutto in fast-forward, ché tanto la differenza non si nota. In alternativa, il priore ed io ci guardiamo, di nascosto, i film storici cinesi di arti marziali, ma anche Jackie Chan non è male.

Sulla musica voglio fare outing: mi piacciono i Baustelle (tanto nessuno di voi sa chi siano) e me li ascolto sempre su Spotify . Quando sono di buon umore ascolto Bob Marley; quando sono di cattivo umore ascolto Rammstein; quando voglio disturbare i miei vicini di stanza, mi bastano i Ramones. Invece, quando voglio piangere, tiro fuori quella vecchia registrazione del Coro dell’Armata Rossa che canta i Vespri di Rachmaninov.

Amo camminare in montagna, ma solo d’estate; dormire fino a tardi; bere la birra scura (ma anche la chiara, quando è fresca, mentre la rossa è da signorine); viaggiare con lo zaino in spalla e i sandali ai piedi. Amo provocare i miei confratelli, discutere con loro di politica e liturgia e recitare insieme i vespri in coro (le lodi, invece, sono sempre un po’ troppo presto).

Mi piace soprattutto andare a caccia di Dio, tra le parole del Libro e negli sguardi della gente.