fra Giuseppe Gandolfo è noto per la sua competenza musicale ed il suo virtuosismo di esecutore alla tastiera dell’organo, strumento in cui si è diplomato al conservatorio e che ha sempre usato anche per portare il suo messaggio di frate predicatore ovunque gli è capitato di trovarsi.

Ha inviato questa testimonianza.

Da quasi 20 anni vivo stabilmente in Turchia, a Istanbul, dove fin dal medioevo i nostri frati hanno un convento, proprio sotto la torre di Galata. In questo tempo ho avuto modo di conoscere molti Cristiani di vari riti (Armeni, Caldei, Siriani, Ortodossi) e molti Turchi. Ultimamente ho stretto ottimi rapporti anche con gli Ebrei della sinagoga italiana che sta a due passi dal nostro convento.

Il tramite è quasi sempre la musica per concerti, le riparazioni o i collaudi di organi, harmonium, pianoforti, i rapporti d’arte con cantanti, cori, strumentisti, la partecipazione a vari eventi liturgici e non (la visita di due Papi, di alcuni Cardinali, di Patriarchi, convegni, congressi, dibattiti, tavole rotonde o rassegne musicali in TV private, ecc.).

Alcune di queste iniziative:

Quindici anni fa suonai l’organo a un concerto interreligioso in un teatro di Istanbul. C’erano un coro ortodosso, un coro protestante, un coro cattolico e uno mussulmano. Il mio abito solennissimo bianco e nero naturalmente fu la cosa che colpì di più.

Nel 2006 suonai l’organo durante la messa a Meryem Ana (Efeso) di papa Benedetto; la cosa si ripeté l’anno scorso a fine novembre quando venne nella cattedrale di Istanbul papa Francesco.

Due anni fa il patriarca ortodosso Bartholomeos mi chiamò nella sua sede del Fanar per correggere il testo di una sua conferenza su san Giovanni XXIII che avrebbe tenuto di fronte alle autorità italiane al Centro Culturale Italiano di İstiklâl Caddesi. Fu un’esperienza interessante per me: le correzioni furono pochissime, segno che il Patriarca conosce benissimo la lingua italiana e ama gli Italiani.

In questi anni ho accompagnato all’organo o al pianoforte soprani, mezzosoprani, contralti, tenori e cori di Turchi. Non ho contato esattamente quanti concerti, ma a occhio e croce sono stati più di un centinaio! Conoscendo tutti questi Turchi e Turche, va da sé che ho ricevuto molti inviti per mangiare a casa loro o al ristorante. Così posso dire di conoscere assai bene la cucina turca non solo dei ristoranti, ma anche quella casalinga! Inoltre c’è possibilità di imparare meglio la lingua.

Nel 1996 con un amico chierese ho riparato l’organo della cattedrale cattolica di Sent Esprit. Qualche anno dopo sono stato chiamato nel salone dei concerti di Ankara per riparare, con un amico turco, l’organo tedesco che era là e che non suonava da 20 anni! Ottimo risultato descritto su un autorevole giornale di Ankara! Ho riparato l’armonio della parrocchia polacca di Polonezköy, quello della chiesa di San Pacifico a Büyükada. Inoltre, la prima volta che venni in Turchia fu il 1993, quando fra Lorenzo Piretto mi chiamò per restaurare l’organo Camillo Bianci del 1875 nella nostra chiesa dei SS. Pietro e Paolo in Galata.

Per farla breve, oltre a essere da sempre l’organista titolare della cattedrale cattolica di İstanbul (il Vescovo Mons. Pelâtre mi ha ripetutto varie volte la sua compiacenza dicendomi che sono un vero organista liturgico…), ultimamente, l’11 ottobre, ho suonato l’armonium nella sinagoga italiana in occasione dell’imposizione del nome a una bambina figlia di una coppia ebrea. Sono avvenute ovazioni e grandi applausi, al suono di: “Non abbiamo mai sentito delle musiche così belle e dolci! Grazie, grazie!”. Forse un motivo per tutto questo successo c’è: la contemporaneità, perché la sinagoga italiana fu fondata nel 1862 e io ho eseguito musiche italiane strettamente di quell’epoca.

Ho suonato durante concerti al Centro Culturale italiano, alla nostra chiesa di San Pietro e Paolo, alla chiesa di Santa Maria dai Minori francescani, a Sant’Antonio, in cattedrale, a San Pacifico, a Burgazadası dalle suore Austriache, nella nostra chiesa di Alsancak a Smirne, nel palazzo genovese delle imposte costruito nel 1350 e ora centro culturale “Associazione Galatense”, gestito da Turchi. In questo palazzo è avvenuto pochi giorni fa, il 29 novembre, uno dei più strepitosi dei miei concerti, in coppia con la soprano turca Leyla Pekin e il pianista Flavio Rocca di Chieri che da qualche anno è anche organista titolare di San Domenico di Chieri. Il celebre concerto n. 1 in Sib minore di Tshcaikowskij eseguito dal pianista su un vero pianoforte e da me su di un organo elettronico che imitava perfettamente l’orchestra è stato qualcosa di assolutamente inedito, inaudito e sconvolgente per i Turchi che erano presenti ed erano la maggioranza, commossi ed ammirati all’estremo!

Avrei mille altre cose da raccontare soprattutto di allievi di musica, per esempio una giovane turca o per meglio dire kurda comunque di Turchia e una filippina; anni fa ebbi per tre anni un allievo turco di 18 anni che voleva lezioni di latino e italiano, il quale è rimasto sempre molto affezionato.

Non dico di molte altre opportunità e conoscenze in vari consolati, ambasciate, ecc.

Insomma una vita piena di soddisfazioni! A volte si incontrano persone insoddisfatte… Perché -mi chiedo- solo io me la sono sempre spassata e me la spasso tuttora con sommo giubilo? Risposta: “Sei un artista!”, dicono.