Un passato: verso le sorgenti

Dopo gli studi di filosofia e teologia sistematica presso lo Studio Accademico Bolognese, mi sono formato alla scuola liturgica patavina dove lo studio di fonti, strutture letterarie, analisi e confronto delle tematiche emergenti, permetteva di svelare le ricchezze nascoste nei vari testi liturgici; ho coltivato anche personalmente, l’interesse e lo studio per tutto ciò riguarda l’ambito del sacro nella filosofia della religione.
L’Istituto di Liturgia-Pastorale di Padova aveva ed ha ancora oggi tra i suoi corsi più seguiti quelli del prof. Aldo Natale Terrin docente di Fenomenologia della religioni. Nelle sue lezioni, utilizzando un metodo di indagine comparativo e fenomenologico, trattava argomenti diversi legati al sacro, alla mistica, al rito, al culto, ed ai suoi simboli e manifestazioni, presenti sia nelle varie religioni d’oriente ed occidente, come anche di alcuni movimenti religiosi. La sua ricerca mostrava l’intrecciarsi del dire sacro con la dimensione antropologica, e questo con uno sguardo sempre rivolto alle espressioni liturgiche della Chiesa d’oriente e d’occidente.
Tra i temi trattati molti furono quelli che suscitavano l’interesse di tutti noi, che confrontavamo con temi più prettamente liturgici. Ci venne insegnato un metodo per confrontare ed associare mostrando legami, differenze e tesori nascosti. Applicando ciò che il Vaticano II ci ha insegnato, imparavamo a scrutare “tutto ciò che di buono e di vero si trova” nelle altre religioni, e lo riconoscevamo “come dato da Colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita” (LG 16). E attraverso il culto e la liturgia, le riflessioni sul sacro e sulla ritualità, sulla musica e sulla danza sacra, sul tempo, lo spazio, i riti sacri, imparavamo ad entrare in dialogo con l’uomo nella sua radicale sete di sacro e di assoluto. Imparavamo così a scoprire meglio quella azione dello Spirito Santo rivolgendo “il nostro pensiero a tutti coloro che credono in Dio e che conservano nelle loro tradizioni preziosi elementi religiosi ed umani, augurandoci che un dialogo fiducioso possa condurre tutti noi ad accettare con fedeltà gli impulsi dello Spirito e a portarli a complimento con alacrità» (GS 92).
Voluta dal Concilio stesso, la scuola di liturgia di Padova era una delle risposte, anche con questo specifico approccio metodologico di fenomenologia delle religioni, alla svolta decisa dal Concilio per quanto riguarda l’atteggiamento verso le religioni non cristiane, che aveva portato i padri conciliari a vedere in esse una testimonianza del lavorìo segreto che la grazia dello Spirito Santo – che riempie tutta la terra (cf Sap 1,7; Is 6,3) – ha svolto nei secoli per far germogliare nelle anime rette “quei germi del Verbo che in esse si nascondono”(AG 11), sicché quelle manifestazioni religiose, nonostante le differenze, “non raramente riflettono un raggio di quella verità, che illumina tutti gli uomini”(NA2).

Un oggi: un acqua di sapienza

Per questo ho accolto con particolare interesse e passione la proposta fattami da fra Giovanni Bertuzzi, preside dello Studio Filosofico Domenicano, e fra Giuseppe Barzaghi, docente di filosofia teoretica, di iniziare il corso di introduzione alla filosofia della religione presso lo stesso Studio.
Il corso che propongo quest’anno accademico vuole essere una riflessione di più ampio respiro. Ha come scopo quello di offrire le basi per un approccio introduttivo alla filosofia della religione in modo che lo studente possa affrontare con terminologia e metodologia di ricerca anche futuri approfondimenti, con uno sguardo attento alle altre discipline filosofiche.
Dopo una ampia sezione introduttiva sul significato della terminologia specifica utilizzata e sulla metodologia e divisione della materia, desidero presentare il pensiero di alcuni filosofi che hanno trattato l’argomento della filosofia della religione. Avvicinando i testi di questi autori desidero mostrare come la riflessione sulla religione, il sacro, il culto abbia ampiamente interessato i filosofi di tutte le epoche, risposta ad interrogativi profondi che l’uomo porta in se.
Poi, nella seconda parte, il taglio che desidero proporre sarà più di storia delle religioni. Vista la vastità dell’argomento, ma volendo ugualmente proporre in uno sguardo di insieme le idee portanti e le chiavi di lettura specifiche, farò grande uso di autori che hanno saputo trattare l’argomento in modo molto significativo, quali per esempio Rudolf Otto, Mircea Eliade, Georges Dumézil, Julien Ries, ed altri.
Completata questa breve analisi descrittiva, utilizzando una metodologia di tipo comparativo, prenderò in esame alcune tematiche specifiche: il simbolo e il segno sacro, il fenomeno mistico, il sacrificio, il sacerdote e le espressioni del culto (il rito, il linguaggio sacro, la montagna sacra, l’arte sacra, la musica sacra, la danza sacra).
Infine, dopo una riflessione sulla filosofia della religione nella postmodernità con una riflessione dal titolo: “l’ultimo Dio, il Pantheon politeista postmoderno delle nuove religioni”, desidero offrire a partire dai dati acquisiti una rilettura della visione antropologica di san Tommaso, per mostrare nella tradizione le vie di un ulteriore approfondimento dove risplenda ancora di più come un corretto modo di fare filosofia della religione possa essere veramente “ancella” alla teologia.

Un futuro: un acqua che diventa vino ovvero il sacro lì dove meno te lo aspetti!

La scienza diventa sapienza nella misura in cui si fa gustosa e gustabile. Non nei luoghi di sempre, ma in quelli nuovi. Lì bisogna inventare, ridire, senza tradire. Essere inventivi vuol dire anche fare in modo che l’acqua diventi vino, per scoprire il sacro lì dove meno te lo aspetti. Un luogo che è una continua sfida è la scuola. Gioco forza allora per me è stato applicare tutto quanto ho detto non solo insegnando la liturgia e la teologia nei luoghi tradizionali dove è giusto che avvenga, ma nella scuola, nel liceo scientifico Sant’Alberto Magno di Bologna, dove insegno da ormai un anno religione. Proprio nella classe V liceo trovo scritto appiccicato all’interno della porta le parole di Stendhal che descrivono la “sindrome” che porta il suo nome: “Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”. Vedendo questo scritto, fu per me una occasione unica per spiegare ai ragazzi le nozioni del sacro e della sacralità di Rudolf Otto. Nella sua opera parla sì del numinoso, del fascinans, del tremens, dell’estasi mistica, ma parla anche di quella speciale sacralità che deriva dalle opere d’arte, e che lui definisce: “le modalità espressive del numinoso nell’arte”. Ecco allora, a partire da quelle “sensazioni celesti” a cui allude Stendhal, senza forse rendersene conto, troviamo il sacro lì dove meno uno lo aspetta!

fra Paolo Calaon

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Barré, Michel, “Pour une philosophie de la religion selon l’esprit de St-Thomas et de J. Maritain”, in S. Tommaso nella storia e nel pensiero, “Studi Tomistici 17”, LEV, Roma 1982, p. 272-284;
Boyer Louis, Il rito e l’uomo. Sacralità naturale e liturgica, Brescia 1964;
Cescon, Bruno, La liturgia nel postmoderno, LEV, Città del Vaticano 2012;
Daniélou, Jean, Miti pagani, mistero cristano, Arkeìos, Roma 1995;
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Ries, Julien, Simbolo. Le costanti del Sacro. Tomo 1, in Opera Omnia. IV/1, “Di fronte e attraverso, 807”, Jaca Book, Milano 2008;
Ries, Julien – Spineto, Natale (Ed.), Esploratori del pensiero umano. Georges Dumézil e Mircea Eliade, “Di fronte e attraverso, 539”, Jaca Book, Milano 2003;
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Id., Il sacro nella storia religiosa dell’umanità, “Di fronte e attraverso, 89”, Jaca Book, Milano 1981;
Pontificio Consiglio della Cultura – Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso,
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Segretariato per i non cristiani, Religioni. Temi fondamentali per una conoscenza dialogica, Editrice Esperienze, Fossano (CN) 1970;
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