L’8 dicembre 2016, nel giorno della solennità dell’Immacolata Concezione, presso il convento domenicano dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia si è svolto l’incontro del gruppo della Gioventù Domenicana. Nella mattinata Padre Bernardino Prella con il suo stile leggero e accattivante nell’affrontare temi profondi e dall’alto contenuto filosofico e teologico, ha risposto alla domanda: qual è l’immagine vivente, reale di Dio? Che cosa Lo rappresenta? Dio nella realtà si incarna ed è visibile nella coppia uomo-donna: non siamo venuti al mondo per stare in solitudine, per conto nostro, bensì per donarci e relazionarci reciprocamente nell’amore che dà bellezza e compimento alla vita. Da qui ci si è riallacciati alla Bibbia: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). Padre Prella, anche in questo incontro, ci ha aiutato a riflettere su chi veramente siamo, sul significato profondo ed autentico della nostra vita, in un mondo spesso caotico e chiassoso che ci focalizza su specchietti per le allodole, quali sono l’esteriorità e l’apparenza, azzerando completamente la sfera dell’interiorità e della riflessione, spostando lo sguardo dentro di noi.
Nel pomeriggio, nella seconda parte dell’incontro, è stato approfondito uno dei motti domenicani, a cui si è ispirato l’inno del Giubileo 2016 dell’Ordine, composto da un domenicano filippino: “Laudare, benedicere, prædicare” soffermandosi in particolare sulla missione del prædicare, che potremmo definire un cavallo di battaglia dell’Ordine, appunto dei Predicatori. Lo studio e la predicazione agli altri di quanto si è studiato e contemplato. Partendo da questo spunto la discussione con Padre Massimo Mancini si è allargata a come attrarre i giovani alla Chiesa, alla realtà della Gioventù Domenicana e più in generale alla fede in questa particolare epoca storica che stiamo vivendo. Si è cercato di capire e di analizzare i talenti, le capacità e le passioni che animano noi ragazzi partecipanti, perché da essi si possa partire, mettendoli a frutto con creatività in proposte e progetti finalizzati, come si può dire: “ad maiorem Dei gloriam” “a maggior gloria di Dio”.
Infine un grande ringraziamento di cuore ai padri domenicani per l’accoglienza ed il bel clima familiare di crescita culturale, spirituale e d’amicizia che ci hanno offerto.