Programma del Corso alla FTER di fra Gianni Festa

Storia della santità nel cristianesimo occidentale dal culto dei martiri al pontificato di Benedetto XIV
Il lungo pontificato di San Giovanni Paolo II verrà ricordato (e in qualche misura lo è già) come uno dei più importanti dell’età contemporanea. Tra i diversi motivi, non ultimo quello riguardante la cosiddetta “politica della santità”: infatti, non solo detiene il primato del più alto numero di beatificazioni e canonizzazioni della storia (1341 beati e 482 santi), ma, grazie ad uno sguardo universale e inclusivo, Karol Wojtyila ha impresso una svolta decisiva all’universo della santità cattolica.
La fase “wojtyliana” – per altro continuata sulla scia del rinnovamento da papa Benedetto XVI – affonda le sue lontane radici nel terreno fervoroso e antico della chiesa apostolica e sub apostolica, quando, dal culto immediato e spontaneo dei primi martiri si passò a quello dei confessori e dei monaci. La cosiddetta “canonizzazione vescovile” fu l’esito istituzionale di una prassi nata spontanea e popolare e subito testificata, propagata e consegnata ai posteri da una letteratura tutt’affatto nuova e speciale, quella, prima, delle passiones e successivamente quella delle agiografie. Alla produzione scritta vanno aggiunte altre testimonianze quali quelle iconografiche, liturgiche, teologiche, giuridiche, politiche, e via dicendo. Sarà merito di papa Benedetto XIV (1740-1758) sistematizzare tutta la legislazione e la procedura giuridica dei processi di beatificazione e di canonizzazione nel monumentale De servorum Dei beatificazione et beatorum canonizatione, apparso in cinque volumi a Bologna tra il 1734 e il 1738.
Lo scopo che il nostro corso si prefigge è quello di guidare lo studente lungo il cammino della lunga storia della santità dalle origini fino alla codificazione di papa Lambertini. Il culto dei santi ha rivestito sempre nella storia del cristianesimo un ruolo centrale non solo in ambito ecclesiale e teologico, ma anche in quello sociale, politico e culturale. Se nella Chiesa primitiva il fenomeno della santità era rimasto circoscritto all’area mediterranea, a partire dal VII secolo, per iniziativa soprattutto della chiesa di Roma che tendeva vieppiù a rivendicare a sé un ruolo primario nel processo di riconoscimento della santità, il culto dei santi e la sua diffusione acquisì nell’intera Europa caratteri sempre più specifici, destinati a rafforzarsi dopo il Concilio di Trento fino a giungere ad includere anche le nuove terre di recente scoperta, come dimostra la beatificazione nel 1668 della prima nativa americana, Rosa da Lima (1586-1617).
Si tratta dunque, la nostra, di una trattazione sistematica della santità e del culto dei santi che pur diffondendosi nell’esame delle classiche fonti agiografiche e liturgiche (passiones, legendae, processi di canonizzazione, uffici liturgici, letteratura di devozione, ecc.) tenterà altresì di mettere a fuoco l’uso politico che ne è stato fatto e individuare i prodotti culturali che essi hanno ispirato e propagandato lungo i secoli.

Programma: 1. Alle origini della santità e del culto dei santi (L’idea di santità nel Nuovo Testamento; I martiri; I confessori; Culto dei santi e culto delle reliquie; L’agiografia tardoantica). 2. La strutturazione della cristianità occidentale: da Gregorio Magno alle riforme monastiche del XII° secolo. 3. La santità e il culto dei santi nella civiltà urbana (XIII°-XIV° secolo). 4. L’età rinascimentale. 5. Il mondo della riforma e della Controriforma.