Un discreto numero, più di 60 laici domenicani si sono incontrati al Centro Mater Divinae Gratiae per approfondire il tema “I laici domenicani e la Predicazione” in un convegno che aveva anche il compito di eleggere il nuovo Consiglio provinciale e il nuovo Presidente.
Alla base della riflessione vi era la lettera che il Maestro dell’Ordine, fr.Bruno Cadorè ha inviato il 22 dicembre 2013 alla Famiglia domenicana in preparazione all’Ottavo Giubileo (2016).
Il Convegno è stato aperto dalla Presidente Irene Larcan che ha relazionato sulla situazione delle fraternite evidenziando luci ed ombre; quindi facendo costante riferimento alla Regola, ha ribadito l’importanza di osservarla: “Siamo domenicani se osserviamo la Regola” e sempre facendo riferimento ad alcuni articoli della stessa ha richiamato l’importanza della Formazione (art.11), della Vocazione comunitaria (art. 17 del Direttorio), della preghiera (art.23 del Direttorio) e dello studio (art. 22 del Direttorio) soffermandosi infine sull’art. 24 del direttorio che ricorda che le fraternite sono comunità di predicazione, sia in forza del Battesimo, che in quanto associati ad un Ordine religioso che ha come missione la Predicazione.
Il Priore provinciale, Fr. Fausto Arici, nonostante i gravosi impegni, ha voluto presenziare sia pure per poco tempo ai lavori del Convegno, rivolgendo ai presenti parole di incoraggiamento e, in linea con il Maestro dell’Ordine, ha insistito molto sull’inserimento dei laici nel mondo reale, portando in esso la testimonianza del nostro Credo che permette a Dio di conversare con le sue creature. Inoltre ha molto insistito perché ogni laico domenicano sia uomo di pace, da realizzare in sè, nella propria famiglia e nella fraternita di appartenenza.
La magistrale relazione del prof. Carlo Lupi ha profondamente toccato tutti i presenti per il vigore con il quale è stata esposta e per i numerosi spunti di riflessione che ha donato.
Alla fine il nostro amatissimo confratello ci ha lasciato quattro domande, sulle quali i presenti, divisi in gruppi, hanno lavorato, meditando insieme e riportando poi in assemblea il frutto del loro lavoro.

– La realtà che abbiamo davanti, nel laicato, vi sembra rispondere alle “urgenze” della Chiesa e ad un servizio di “carità” verso il mondo?
– La spiritualità dell’Ordine conseguente al suo “fine”, ha risorse vive per l’oggi o si confonde con un vago devozionismo che non appaga le generazioni emergenti?
– La cultura (intesa come itinerario sofferto verso la verità) è percepita come una necessità o è considerata come un lusso di cui possiamo anche fare a meno?
– L’offerta per i giovani si misura sui loro problemi reali (educazione, formazione, crisi della vita affettiva ecc.) o si limita a qualche saltuario invito al quale rispondono i “soliti noti”?